E' morto Walter De Benedetto: si batteva da anni per la cannabis terapeutica

Quasi paralitico era stato accusato di spaccio per delle piantine in giardino: poi l'assoluzione. Era diventato un simbolo della campagna nazionale. Il ricordo di Brogi

Walter De Benedetto, 48 anni, combatte ogni giorno contro una patologia degenerativa

Walter De Benedetto, 48 anni, combatte ogni giorno contro una patologia degenerativa

Arezzo, 9 maggio 2022 - E' morto Walter De Benedetto. 49 anni, sofferente da anni di artride reumatoide, era stato accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti perché in una piccola serra allestita in giardino coltivava piantine di cannabis. Non per spacciarla, ma per limitare il dolore: accusa dalla quale era stato completamente assolto.

Un'accuisa pesantissima, essre una sorta di pusher, per chi era stato reso dalla malattia praticamente immobile. Un fatto che aveva calamitato l'interesse di tutta Italia. De Benedetto aveva sempre  sostenuto di coltivare la cannabis per l'effetto miorilassante e perché la quantità fornita dal servizio sanitario (un grammo al giorno) non gli era sufficiente. E il giudice gli avrebbe dato ragione.

 Per lui si erano mobilitati parlamentari, e l'Associazione Luca Coscioni, i Radicali italiani. Era  affetto da una gravissima forma di artrite reumatoide, una malattia infiammatoria cronica sistemica che gli ha causato la tumefazione e deformazione delle articolazioni. "Il dolore non aspetta" ripeteva sempre.

Tra le prime reazioni quella di Enzo Brogi, attuale presidente del Corecom. "Walter De Benedetto non c'è più. Adesso l'assenza, il dolore e tutto si intreccia, si confonde. Emozioni, sofferenze, gioie, affetti. Mitezza e coraggio. L'amore per il babbo, musicista come lui, lo sfibramento della malattia. Gli incontri a casa sua, i suoi animali, Erry e la mamma. Certo le sue battaglie per i diritti restano intatte e proseguiranno col suo esempio verso 'le vittorie di civiltà' come lui le chiamava. Dopo la cannabis terapeutica, l'anelito di morire con dignità. Auguro davvero sia andata così, caro Walter. Ti abbraccio forte, con leggerezza».