MASSIMO BAGIARDI
Cronaca

Dimesso con la febbre: piovono scuse. Dopo il direttore Asl anche il reparto. La denuncia per ora resta in sospeso

La famiglia ottiene il faccia a faccia richiesto con il pronto soccorso della Gruccia e alcuni medici. La moglie del paziente: "Era quello che volevo, mio marito ha rischiato". Prosegue l’indagine interna. .

di Massimo BagiardiMONTEVARCHIScuse presentate, denuncia in stand-by. Si è tenuto ieri mattina nei locali dell’ospedale Santa Maria alla Gruccia di Montevarchi l’incontro chiarificatore tra i familiari di Francesco Garramone, il direttore del pronto soccorso Fabrizio Bottino, un rappresentante dell’Asl Sud Est e altre figure mediche circa il caso scoppiato una settimana proprio nel nosocomio valdarnese con sfortunato protagonista il 56enne residente a Vacchereccia, oggi ricoverato all’ospedale di Ponte a Niccheri per una gravissima infezione alle vie urinarie.

L’uomo si era infatti presentato nel punto di primo soccorso la scorsa settimana lamentando determinati sintomi, un testicolo gonfio sommato a una febbre molto alta che i medici, però, all’atto pratico, hanno sottovalutato tanto da rispedirlo a casa con catetere e malessere sempre più forte da costringerlo, grazie all’aiuto della moglie Cristina, al trasferimento poche ore dopo all’ospedale fiorentino dove, immediatamente, accortisi della gravità, lo hanno ricoverato e cominciato a prestare tutte le cure del caso.

Un’odissea, questa, partita il 17 aprile con i classici sintomi di un’infezione urinaria, nonostante ben quattro accessi sempre al pronto soccorso del Valdarno e il cambio della terapia antibiotica non ci sono stati grossi miglioramenti fino alla passata la settimana dove, al termine di una nottataccia, si presenta di mattina all’ospedale sperando in un immediato ricovero che, però, viene negato nel pomeriggio tra la rabbia non solo sua ma anche dei familiari che, con in testa la moglie, mettono a conoscenza di tutti sui social l’incresciosa situazione scatenando, a quel punto, un vespaio di polemiche e l’immediato intervento del direttore generale dell’Asl Toscana sud-est Marco Torre che, una volta informato dei fatti, ha contattato i familiari porgendo fin da subito le scuse e confermando l’apertura di un’indagine interna che possa fare ancora più luce sull’accaduto.

Ieri, poi, l’ennesimo capitolo della vicenda; un faccia a faccia durato circa un’ora durante il quale sia il direttore Bottino che la stessa Asl hanno ammesso le proprie responsabilità rinnovando le scuse ai familiari."Era questo quello che volevo come ho sempre detto dall’inizio di questa brutta avventura - ha confermato Cristina Bonchi moglie del Garramone - perché episodi del genere non devono e possono ricapitare dato che mio marito ha davvero rischiato grosso se non l’avessimo portato a Firenze dove lo stanno curando come si deve".

In un primo momento sempre la famiglia era decisa ad adire per vie legali proprio nei confronti dell’ospedale ma per ora la situazione, anche sotto consiglio dell’avvocato, è stata messa in stand-by.Anche se ci vorranno molti giorni l’unico obiettivo è di riportare a casa Francesco e riprendere la vita di tutti giorni.