Sergio Rossi
Cronaca

Crac Geovision, i primi verdetti: patteggiano indue, Carboni e Mureddu in aula a giugno

Emiliano Casciere accusato di bancarotta e riciclaggio, chiude con 2 anni e 4 mesi, Gianluca Cetoloni (associazione per delinquere in concorso) con 20 mesi

Toghe in tribunale

Arezzo, 28 febbraio 2019 - Si chiude il primo atto della vicenda Geovision, la storia infinita che vede fra i protagonisti il faccendiere Flavio Carboni e il misterioso Valeriano Mureddu. Ma nessuno dei due entra nel patteggiamento avvenuto ieri mattina davanti al Gip Giampiero Borraccia, in aula il pubblico ministero Marco Dioni. A patteggiare sono stati Emiliano Casciere accusato di bancarotta e riciclaggio, difeso dal padre Leonardo; e Gianluca Cetoloni, accusato di associazione per delinquere in concorso, difeso dall’avvocato Roberta Parenti.

Casciere ha patteggiato 2 anni, 4 messi e 4mila euro di multa, per Cetoloni un anno e 8 mesi. La parte civile, che rappresentava il curatore fallimentare della Geovision, era sostenuta dall’avvocato Mauro Messeri. Si svolgerà invece il 25 giugno il processo nei confronti dei personaggi rinviati a giudizio, tra i quali appunto Flavio Carboni, faccendiere depositario di segreti scottanti tra cui, si mormora, quello sulla morte del banchiere Guido calci sotto il ponte dei Frati neri a Londra; e Valeriano Mureddu, l’uomo che accompagnò a Roma, nell’ufficio di Carboni, Pierluigi Boschi, all’epoca vicepresidente di Banca Etruria alla ricerca di un direttore generale.

Tra i rinviati a giudizio dal Gup Fabio Lombardi altri dieci imputati tra i quali Laura Scanu Concas, la moglie di Carboni destinataria di bonifici per circa un milione, e Giuliano Michelucci, sedicente agente segreto nonchè custode dell’archivio pieno di fascicoli ritrovato a Perugia.

La storia è quella della Geovision, sconosciuta azienda di imballaggi in polistirolo nell’area industriale di Badia al Pino che a un certo punto è diventata un crocevia di affari e misteri, salvo poi sprofondare nel crac, pilotato, secondo l’accusa dallo stessoMureddu e da Emiliano Casciere, già amministratore delegato dell’azienda.

Il caso venne alla ribalta nel 2013 durante un’ispezione dell’agenzia delle dogane di Perugia, che portò alla scoperta di una truffa carosello, i cui perni erano Geovision e Vertigo, altra sigla nella disponibilità del gruppo ora sotto processo, amministrata da Gianluca Cetoloni. In un giro di fatture per operazioni inesistenti sarebbe stata creata una provvista da una ventina di milioni destinata a essere reinvestita in nuove avventure imprenditoriali, tra cui l’ultima frontiera del grafene.

Ma nel mirino finirono anche la Cantarelli, trattata per mezzo di Biochefarm, e l’Arezzo calcio. Il primo affare fu sventato dai commissari che si precipitarono dal giudice fallimentare Antonio Picardi, che passò le carte ai Pm, innescando l’inchiesta. Il secondo, l’acquisto della società amaranto, andò a monte nel gennaio 2016 quando scoppiò sui giornali il caso Mureddu.