Crac Etruria: slitta il verdetto per truffa, azzerati in piazza. Bagarre corte europea

Corteo da via Crispi, "pericolo prescrizione": ma i tempi sono ancora lunghi, ecco perché. Sentenza Tercas: la banca poteva essere salvata? Codacons e Ghinelli all'attacco

Letizia Giorgianni

Letizia Giorgianni

Arezzo, 21 marzo 2019 - Tornano in strada i risparmiatori azzerati della ex Etruria. Lo fanno per protestare contro il rinvio a settembre della sentenza sulla truffa, determinato dallo spostamento per sei mesi dalla sezione penale all’ufficio Gip del giudice Angela Avila. I manifestanti sfileranno in corteo partendo alle 9,30 da via Crispi per poi proseguire verso palazzo di giustizia. Il timore sollevato dallo slittamento, deriva dal rischio prescrizione, subito sollevato dal deputato 5 Stelle Daniele Pesco e oggi ribadito da Letizia Giorgianni, leader delle Vittime del Salvabanche. «Un insulto ai risparmiatori», sostiene Giorgianni.

Anche se, per la verità, la prescrizione è ancora lontana. Proviamo a calcolarne i tempi, anticipando che sono due le interpretazioni circa il momento da cui scatta il conto alla rovescia. Secondo la prima interpretazione, tutto parte quando si consuma il reato, in questo caso nella seconda parte del 2013, periodo di emissioni delle famigerate subordinate. Se così, la prescrizione - sette anni e mezzo - andrebbe a scattare a metà 2021.

Ma secondo il pensiero della procura, l’inizio va calcolato dal momento in cui scatta il danno: quindi non prima del novembre 2015 e sulla base delle singole posizioni all’atto dell’acquisto. Sia come sia, si va come minimo alla primavera del 2023, con margine per l’appello e la cassazione. Ma non è questo l’unico tema che va ad agitare la questione Etruria alla luce del clamoroso verdetto della Corte Europea sulla legittimità dell’intervento del Fondo Interbancario nel salvataggio di Tercas.

Non fu aiuto di Stato e dunque non lo sarebbe stato neppure per Etruria e le sue sfortunate sorelle, finite invece in risoluzione. Interviene il sindaco Alessandro Ghinelli: «Le drammatiche ripercussioni e conseguenze che quella stessa determinazione ha comportato sui quattro istituti tra cui Banca Etruria lascia sconcertati». «Leggo - insiste Ghinelli - che la Commissione sta valutando una ipotesi di ricorso alla sentenza della Corte, è quindi doveroso attendere il compimento della vicenda. Rimane il fatto che questo territorio, insieme ad altri, ha pagato un prezzo altissimo per le conseguenze di una decisione adesso messa in discussione dalla magistratura europea e che, se confermata, con ancora più forza chiederebbe giustizia».

Sul caso anche il Codacons: «Stiamo predisponendo le carte legali per un’azione collettiva contro la Commissione Ue, colpevole di aver totalmente sbagliato le proprie valutazioni costringendo di fatto il Governo Renzi ad adottare il bail-in per Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti».