
Arezzo affronta la violenza di genere tramite “Pronto donna” e noi abbiamo intervistato la presidente Loretta Gianni.
Quando e come è nata la vostra associazione?
"Nel 1989 da un bisogno che le donne avevano sentito, fino a poco tempo prima esistevano leggi che legittimavano un uomo a violentare una donna, se solo avesse detto che intendeva sposarla. Tutt’oggi persiste questo bisogno, in una settimana abbiamo avuto 49 accessi".
Che tipo di maltrattamenti ci sono?
"La violenza di genere ha varie modalità espressive: fisica, psicologica, economica e sessuale".
Come si gestisce un caso?
"La metodologia di “Pronto Donna”? Ascoltare, stare accanto, dare coraggio alla donna. Un’operatrice risponde alle telefonate e, se individua un maltrattamento, si fissa un incontro per valutare i rischi e il percorso di uscita dalla violenza".
Quali le maggiori difficoltà?
"Spesso le donne si ritrovano a dover denunciare il padre dei propri figli e a rinunciare a tutto quello in cui avevano creduto, è una messa in discussione profonda. Occorre intraprendere percorsi lunghi, ma in fase di ultimazione notiamo la trasformazione psicologica e fisica della donna: finalmente sorride!".