
di Angela Baldi
AREZZO
Nella bottega di via Mazzini si affaccia una cliente: "E’ pronto quel lavoro?" chiede, "Scusa finisco la Lancia d’Oro e poi lo faccio". Maestro Intagliatore Francesco Conti, nell’ultimo mese si è dedicato no stop alla realizzazione del trofeo della 141esima edizione della Giostra del Saracino dedicata all’Istituto Thevenin. Una pratica che, a parte la parentesi Covid, si ripete due volte l’anno. Dalle sue mani sono passate lance d’oro di ogni tipo, come l’ultima dipinta insieme ai bambini del Thevenin e dedicata all’istituto cittadino.
Da quanti anni realizza la lancia d’oro?
"Ormai sono 40 anni che la preparo, fino a vent’anni fa mi occupavo anche delle dediche".
Quanti giorni di lavoro occorrono per realizzarne una?
"Ci vuole almeno un mese, il bozzetto va interpretato e digerito, non è facile, la settimana prima della presentazione torno regolarmente a casa a mezzanotte e sono in bottega alle 6 di mattina".
Una lancia che gli è rimasta nel cuore?
"Non è facile scegliere e ricordarle tutte. Tra quelle a cui ripenso con più affetto quella realizzata dopo la morte in un incidente aereo di Luciano Centini in ricordo di questo personaggio e pilota aretino, mi pare fu vinta da Sant’Andrea. Poi la lancia d’oro per Sandro Pertini fatta in fretta perché il presidente confermò all’ultimo la sua presenza. Sono affezionato anche a quella della Liberazione".
Sono più di una…
"Impossibile scegliere, nel 2000 la centesima lancia d’oro per Alberto Sordi vinta da Porta Crucifera, è bellissima con i colori e la lancina sopra un drappo del ‘31. Un’altra bellissima lancia d’oro quella di Santo Spirito di Theimer esposta ai musei vaticani. E poi quella della Madonna del Conforto".
C’è una lancia realizzata ma da mettere ancora in palio?
"Sì ed è la più bella in assoluto, è quella esposta nel percorso "I colori della Giostra" a palazzo comunale, sarà messa in palio nel 2031 con tutti i disegni dedicati alla storia della città, è stata fatta per inserirla nel museo ma è particolarmente significativa e sarà usata quando ricorreranno i 100 anni della Giostra. La lancia più preziosa? Quella di Dante con pietre dure incastonate".
Le dispiace mai separarsene dopo averle realizzate?
"Sempre. Anche se poi la lancia d’oro va ai quartieri io mi affeziono a tutte, è un’opera che realizzi e con cui passi tutti i giorni per un mese".
C’è una dedica che le farebbe piacere mettere in pratica?
"Mi piacerebbe fare una lancia dedicata a Pier Paolo Pasolini, lo trovo molto contemporaneo e sembra che lui ricordi di aver visto sfilare la Giostra".
Che quartiere tifa?
"Io sono di Olmo, non ho un quartiere, mi immedesimo nella Giostra in questo periodo e lavoro per tutta la manifestazione".
Nell’ultima lancia sul Théve-nin si è fatto dare una mano…
"L’hanno dipinta i bambini del Thévenin, rappresenta un albero della vita che sale per 90cm e un girotondo di bambini di colori diversi scolpito. Nell’asta ci sono 14 foglietti bianchi con i disegni fatti dai bambini secondo la loro interpretazione. C’è chi ha disegnato la bandiera della pace, chi il sole e il cielo. Ho parlato con la direttrice del Théve-nin e gliel’ho portata lì per lasciare spazio alla loro fantasia. Curiosità, questa lancia ha anche una luce che illumina il portone del Thévenin nella notte".