Contagi oltre quota mille La vaccinazione è al palo

I casi settimanali risalgono, le quarte dosi coprono solo il 15% della popolazione. Chi decide va ed entra senza prenotazione. La "quinta" a duemila aretini

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di Alberto Pierini

Volevamo imparare a convivere con il Covid? Nei fatti è quello che sta accadendo. Perché noi facciamo come se non ci fosse: non solo ne senti parlare poco in giro, se non in farmacia all’acquisto dei tamponi rapidi, ma finisce che non ci pensi mai. Lui c’è ancora. Senza il profilo aggressivo che aveva scatenato la paura, senza la gravità dei casi che riempiva l’ospedale. Ma è lì con noi.

Nell’ultima settimana il dato complessivo dei contagi è ritornato sopra quota mille. Per l’esattezza a 1041. Non siamo, è chiaro, alla recrudescenza che ci ha tenuto compagnia negli autunni peggiori: quando a tratti la cifra a tre zeri veniva superata in un giorno solo.

Ma siamo su una curva tornata a salire. Nella prima settimana di novembre ci eravamo attestati a 831. E questo lasciandoci alle spalle i 1431 casi di due settimane prima e i 1150 di quella immediatamente successiva. Quel 831 equivaleva ad un calo su base settimanale del 27%. La settimana dopo, metà novembre, l’ulteriore pur lieve discesa a 827 nuovi positivi.

E il nuovo controllo potrebbe misurare solo la punta dell’iceberg: tanti ormai si limitano ai test fai da te, i cui risultati raramente vengono a galla. Una crescita misurata sulla base dei dati forniti di giorno in giorno dalla Regione, rimasto ormai l’ente unico a dispensare le variazioni alla curva dei positivi, essendosi interrotto il flusso di informazioni che veniva dalla Asl. Ma quello è il parametro al quale riferirsi.

A fronte la vaccinazione va al rallentatore, proprio all’insegna del reciproco disinteresse. A ieri le quarte dosi somministrate ad Arezzo erano in tutto 45.873. Se pensiamo che si tratta di un richiamo ormai rivolto a tutta la popolazione vaccinabile (oltre trecentomila persone) equivalgono ad una copertura di circa il 15%, forse qualcosa meno. E perfino nelle fasce più critiche, gli anziani e subito dopo gli over 60, siamo su numeri poco tranquillizzanti. Sui sessantenni siamo a fatica sopra il 40% di protezione e sugli ultraottantenni siamo poco sopra il 50%.

E la conferma al di là dei numeri ti viene dalla realtà. Chi decide di andarsi a vaccinare sale in auto, se guida, raggiunge il centro vaccinale a Campo Marte, sempre che trovi il parcheggio, entra e va. Già fatto, senza prenotazione e senza attesa. Con le quinte dosi ancora sotto quota duemila, pur essendo anche quelle fortemente indicate, per ora, almeno a tutti gli ultrasessantenni.

La protezione come sempre comincia ad allentarsi dopo quattro mesi dalla dose precedente, e questo è anche il margine di tempo necessario a procedere con nuove iniezioni. Ma ci sono ormai lassi ben più lunghi tra una somministrazione e l’altra. La media è di qualche decina di quinte dosi alla settimana, consideriamo anche che le 1988 effettuate in provincia non sono necessariamente tutte ad aretini, specie nelle zone di confine.

Il vaccino è quello che ci ha salvato dal peggio oltre che da ulteriori lockdown. Ma nei fatti sembra dimenticato. Salvo magari ricordarcene a Natale: va bene un bel cesto?