"Ciclone" Franceschi nell’assalto alla Cgil Incastrato dai video con la bandiera dell’Italia

Aretino, 59 anni, da sempre legato a Forza Nuova e pregiudicato anche per reati comuni: ripreso dentro la sede del sindacato

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di Erika Pontini

A Roberto Fiore è sicuramente legato da tempo e oggi non stupisce che il "Ciclone" Lorenzo Franceschi, classe ’62 aretino, sia uno dei soggetti identificati - e denunciati - perché faceva parte del gruppo che ha fatto irruzione alla sede della Cgil di Roma nel corso di una vera e propria "guerriglia urbana" che in tutta Italia ha innalzato il livello di scontro e preoccupazione tanto da valutare lo scioglimento del movimento.

I capi rivolta che si sono trascinati dietro il dissenso dei ‘no vax’ armati - emerge ora dall’inchiesta - di bastoni e spranghe. Non solo per la comune appartenenza a Forza Nuova ma anche perché Franceschi fa parte di quella vecchia guardia militante di estrema destra sempre rimasta fedele ai leader del movimento: punto di riferimento nell’Aretino e durante le visite nella città della Giostra, a cominciare dalla manifestazione ‘boia chi molla’. E domenica mattina agli investigatori della Digos non ha affatto sorpreso che nelle immagini sull’assalto al sindacato – è immortalato al minuto 17.33 delle immagini estrapolate all’interno degli uffici Cgil e, in uscita con una bandiera dell’Italia – sia comparso il volto del "Ciclone".

Il suo nome infatti compare nell’elenco dei denunciati a piede libero per gli scontri nell’ambito dell’indagine della procura di Roma, ancora in pieno svolgimento, e che ha già portato all’arresto, tra l’altro, del numero uno di Forza Nuova, Fiore appunto e di Giuliano Castellino che stamattina dovranno comparire davanti al gip per la convalida. Gli indagati potrebbero, complessivamente, salire a più di 30 persone. I carabinieri hanno depositato una informativa in cui sono state identificate e denunciate 24 persone, molte delle quali gravitano nella galassia dell’estremismo di destra, che avrebbero partecipato attivamente agli scontri. L’accusa per tutti è di resistenza e violenza aggravate in concorso e manifestazione non autorizzata. Una parte di questi manifestanti, almeno una quindicina, avrebbero fatto parte del gruppo che ha assaltato la sede Cgil e tra questi c’è, appunto, il ciclone.

Non è escluso che gli inquirenti possano nei prossimi giorni formulare accuse più pesanti a cominciare dall’associazione a delinquere. "L’obiettivo dei manifestanti e segnatamente di coloro che hanno assunto un ruolo determinante nelle iniziative violente non era certamente limitato ad una mera azione di danneggiamento bensì ad una ben più consistente azione volta alla distruzione della sede di una istituzione costituzionalmente rilevante", è scritto nella richiesta di convalida Per i magistrati la "sfrontatezza dei manifestanti appare evidente, se si considera che pochi di loro avevano il volto travisato, nè si preoccupavano di evitare di essere ripresi dalle telecamere, effettuando anzi dei propri video, trasmessi in diretta sui social.

L’analisi dei filmati (una decina) è comunque in corso in tutte le digos d’Italia per confermare quello che è molto più di un’ipotesi: alla guida del movimento c’era la strategia dei capi di Forza Nuova che hanno indirizzato il corteo nella sede della Cgil.

Ad Arezzo Franceschi è stranoto, non solo agli investigatori. Buttafuori nei locali, gestore di un ristorante insieme ad alcuni amici, figurante e cavaliere in passato della Giostra per Porta Crucifera e soprattutto super tifoso della Lazio e naturalmente dell’Arezzo. Negli anni aveva assunto anche l’incarico di responsabile provinciale di Forza Nuova. Nel suo curriculum però compare una lunga lista di precedenti: le minacce al Prc con tanto di scritte a palazzo Cavallo, sede del Comune in occasione del 60esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo: "Orgoglio fascista fino alla morte", "Nicotra attento!" mentre a Trento fu processato per aver rubato le carte di un’asta all’interno della sede della Asl di Arezzo. L’obiettivo del furto era fermare la gara di appalto per le pulizie degli ospedali aretini in modo da favorire una ditta esterna. L’esempio in negativo di un estremista prestato alla delinquenza comune che adesso, nella Roma assediata, si è spinto fino all’ennesima potenza. Se, come sembra, c’era anche lui a capo del corteo dell’attacco alla Cgil.