LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Ciak, è l’ora del grande cinema. La storia in corsa per gli Oscar apre quattro giorni di eventi

"Vermiglio" prima proiezione stasera, poi "Familia", "Dogman" e il biopic su Berlinguer. Ma intorno al maxischermo ecco i protagonisti, da Segre a Delpero, per raccontarsi.

"Vermiglio" prima proiezione stasera, poi "Familia", "Dogman" e il biopic su Berlinguer. Ma intorno al maxischermo ecco i protagonisti, da Segre a Delpero, per raccontarsi.

"Vermiglio" prima proiezione stasera, poi "Familia", "Dogman" e il biopic su Berlinguer. Ma intorno al maxischermo ecco i protagonisti, da Segre a Delpero, per raccontarsi.

Raccontano e si raccontano. È la forza del cinema, una lanterna magica che si accende quando non te lo aspetti e ti trascina in un mondo altrimenti invisibile. E che da stasera trasforma Castiglion Fiorentino in una piccola Venezia, lì dove il cinema è di casa.

Si apre il Castiglioni Film Festival, una delle idee che il Comune di Mario Agnelli (e sotto la spinta del suo assessore Massimiliano Lachi) sposa ormai da tanti anni, e proprio con la laguna lancia un ponte, magari di barche. Da Venezia arriva Vermiglio, il film di apertura: un gioiello italiano, una piccola produzione ma capace di farsi candidare agli Oscar, lì dove per mesi ha rappresentato il cinema nostrano. Racconta e si racconta, la regista Maura Delpero accompagnerà la sua storia e spiegherà al pubblico assiepato sotto al Cassero il suo piccolo scorcio di guerra. Un soldato che arriva in un paese, fa innamorare la figlia del maestro, la sposa: e poi trascina sotto la lanterna magica le emozioni che solo una visione diretta possono riservare. E la nave del Castiglioni Festival va. Quest’anno fa salire a bordo decine di cortometraggi: sempre più il passaporto per i giovani registi, il biglietto da visita al confine del grande cinema. Una miniera di creatività da non perdere e che si snoderà di giorno in giorno, su un fiume di proiezioni che arricchiranno il tradizionale cartellone dell’evento.

Un evento che da qui a domenica viaggerà con i suoi due motori. Quello del racconto dei protagonisti, pronti a rispondere anche alle domande e alle curiosità del pubblico, e quello dei film proiettati sotto le stelle. Dopo Vermiglio sarà il turno di Familia, anche questa con l’abbrivio della Mostra di Venezia: una storia dura, che pesca nel mondo quanto mai d’attualità delle violenze familiari e delle sue cicatrici infinite. E tra le cui pieghe un giovanissimo attore, Francesco Gheghi, si è fatto strada in laguna, vincendo il premio come miglior attore del filone di Orizzonti.

Sabato sarà il turno di un quasi classico, "Dogman" di Matteo Garrone: durissimo anche questo, basti dire che è ispirato ai delitti del "canaro", ma tanto efficace da essere selezionato per Cannes, "l’altra" Venezia. A Castiglioni con il film arriverà Edoardo Pesce, un altro racconto incrociato sotto le stelle del Festival e del paese. Quindi domenica il gran finale, il Berlinguer - La Grande Ambizione di Andrea Segre. Venezia l’aveva addirittura aperta, raccontando uno dei politici più iconici di una generazione e in controluce una stagione lacerata e lacerante della nostra storia.

Sarà direttamente il regista a offrirsi al rito del racconto sul red carpet, un Segre che tra l’altro è veneziano doc e la sua città l’aveva raccontata tra poesia e luci nei mesi surreali del Covid. Insieme a Segre uno dei suoi attori, Paolo Calabresi: nel film interpreta la parte di Pecchioli, ma il pubblico lo lega soprattutto a tante commedie, a cominciare dal Boris che proprio nel racconto della politica italiana ha lasciato una traccia divertente quanto profonda. E che ora si candida a imprimerla anche sul red carpet e sotto gli alberi di Castiglion Fiorentino.