REDAZIONE AREZZO

Casco salvavita in ambulanza. Arrivano le diagnosi veloci per trovare l’ospedale giusto

Primo caso in Italia: parte da qui la sperimentazione. Test su 25 pazienti. Sarà esteso a Siena e Grosseto. Nocentini: "Aiuta ad accelerare la cura". .

È la prima in Italia e parte da Arezzo. Dalla Asl e dal 118 che ha sperimentato un nuovo strumento "salvavita". Serve infatti a segnalare anomalie cerebrali che potrebbero essere l’anticamera di ictus ed emorragie.

n Toscana (dati Ars) sono 10 mila i casi di ictus all’anno, dei quali 8 mila ischemici e 2 mila emorragici. La nostra provincia è il linea con il trend regionale con una maggiore incidenza sui pazienti sopra i 75 anni. Altro dato da tenere a mente: l’ictus è la prima causa di invalidità e la terza causa di morte nella popolazione, mentre il trauma cranico ha numeri ancora maggiori. Il casco (si chiama Tes) sperimentato dagli specialisti dell’Emergenza su un campione di venticinque persone dopèo l’ok del Comitato etico (e che ora si allarga a Siena e Grosseto per arrivare a quota cento) è in grado di intercettare sanguinamento acuto, spontaneo o traumatico. Usa una tecnologia innocua per il paziente e ripetibile: l’esame dura 4 minuti e lo strumento è trasportabile anche in ambulanza. I primi 25 pazienti dello studio hanno dato risultati confortanti e in alcuniu casi è stato possibile individuare in anticipo irregolarità poi confermate dalla Tac. Che significa: accelerare la cura. Passaggio strategico nella corsa contro il tempo su patologie fortemente impattanti. Saranno forniti caschi adattabili al soccorso 118 perchè lo studio viene eseguito in emergenza preospedaliera per stabilire qual’è l’ospedale più idoneo al trattamento del paziente: un altro elemento sgtrategico. Una volta in Pronto soccoso il paziente eseguirà una Tac cranio che confermerà o meno la efficacia dello strumento al centro della sperimentazione.

"Questa strumentazione consente di effettuare una prima scelta oggettivabile per trasportare il paziente al pronto soccorso dell’ospedale più idoneo sia sulla base dei dati clinici che della obiettività fornita da questa apparecchiatura, - spiega Simone Nocentini, al timone della Centrale Operativa 118 Arezzo - che in prima battuta ci permette di capire se c’è una emorragia cerebrale e, quindi, in che modo e in quali tempi bisogna intervenire". L’uso del dispositivo "ci aiuta ad accorciare il tempo che intercorre tra la chiamata al 112 e la terapia più appropriata". Una strumentazione che "va a vantaggio del paziente che in questo modo ha la possibilità di essere trattato in modo rapido e adeguato evitando di essere portato in un ospedale ed essere poi trasferito".

Per Mauro Breggia, direttore del dipartimento Emergenza Urgenza Asl Tse, "è una strumentazione utilissima e i risultati dello studio preliminare che abbiamo condotto su Arezzo ne hanno dimostrato l’efficacia". Ora la sperimentazione prosegue per consolidare il campione e convalidare il progetto, tutto aretino.

Lucia Bigozzi