"Storia di Semetipsum. Viaggio nel sé stesso" è il nuovo libro di Carlo Lapucci edito dalla casa editrice aretina Helicon. Figura nota da anni nel campo della ricerca linguistica, antropologica e delle tradizioni popolari, l’autore pubblica un volume da lui definito "romanzo interiore fatto di frammenti di un essere che si è infranto, cadendo come una statuetta di porcellana e, finito in mille pezzi, è stato raccolto da mani pietose, posto in un fazzoletto di lino, unito a qualche altro frammento di chi sa quale altra figura". Protagonista è l’uomo contemporaneo immerso nella ressa di ordini, voci, divieti che impongono fin dalla nascita d’essere quello che vogliono gli altri. Modelli sbagliati, fantocci banali diventano i riferimenti da seguire, mentre il comandamento imperante è "Sii apparenza visibile ai più, anche senza un perché, anche se dentro di te non hai niente". Una storia dolorosa quella che emerge dalle pagine del libro, perché alla fine l’uomo si guarda allo specchio e vede un individuo senza capire chi sia, rifiutando di essere quel volto e quel corpo insignificanti che gli sono cresciuti accanto.
Nella sua carriera cinquantennale Lapucci ha pubblicato vari romanzi, racconti e raccolte in versi. Tra i volumi più conosciuti si ricordano "Fiabe toscane" del 1984, "La Bibbia dei poveri" del 1985 e "Dizionario dei proverbi italiani" del 2007, tutti scritti per Mondadori, e il "Dizionario dei modi di dire della lingua italiana" del 1993 per Garzanti Vallardi.