Cani anti-lupo ai pastori del Parco. "Azzerate le predazioni"

Il presidente delle Foreste casentinesi spiega il piano per proteggere allevamenti e animali al pascolo. Nei 36mila ettari di area protetta tra Toscana e Romagna ci sono 13 branchi riproduttivi, circa 80 esemplari

I cani pastore sono la «ricetta» del Parco del Casentino

I cani pastore sono la «ricetta» del Parco del Casentino

Arezzo, 30 gennaio 2023 - "Abbiamo un sistema di difesa attiva per tenere i lupi lontani dagli allevamenti ovini e caprini nelle aziende all’interno dell’area protetta", dice Luca Santini presidente del Parco delle Foreste casentinesi. I risultati sono "i numeri delle predazioni: due casi negli ultimi cinque anni, nelle sei aziende del Parco che operano in un territorio a stretto contatto con quello dove si muovono i lupi".

Il piano è un meccanismo fatto di azioni e strumenti di protezione - dal riparo notturno degli animali al pascolo a particolari recinzioni - che ruota attorno alla figura e al ruolo dei cani da guardiania. "Sono pastori maremmani abruzzesi che per linea genetica hanno una predisposizione alla gestione e difesa del gregge dagli assalti dei predatori. Sono in grado di reagire ai tentativi di avvicinamento dei lupi mostrando il livello di aggressività che serve per disincentivarne l’intenzione e convincerli a cambiare direzione". E’ su questa leva che nel Parco si cerca di agire mettendo in pratica la convivenza tra lupi e pastori. Sono una trentina le aziende all’interno dei trentaseimila ettari di foreste tra Toscana e Romagna dove sono censiti tredici branchi riproduttivi: circa ottanta esemplari in un’area molto estesa a cavallo tra due regioni, sottolinea Santini.

Dell’intera superficie del Parco, la metà, circa 18mila ettari, sono nel versante aretino con una propaggine che tocca la provincia di Firenze. E proprio nella parte casentinese del Parco che comprende vari comuni da Bibbiena (con la frazione di Serravalle), Poppi, Badia Prataglia, Soci c’è la maggiore concentrazione demografica, rispetto al crinale che sconfina nel territorio romagnolo. Da qui l’allarme delle comunità per numerosi avvistamenti di lupi in diverse località vicino alle strade più trafficate e ai centri abitati, come nel caso di Camprena. E’ una questione che crea allarme, anche perchè, è la preoccupazione di molti casentinesi, i lupi stanno scendendo a valle, attraversando centri abitati.

All’interno del Parco, il piano di difesa attiva, coinvolge diverse aziende agricole: "Abbiamo quasi azzerato il conflitto sociale tra lupi e pastori. Il Parco fornisce agli allevatori i cuccioli di pastore maremmano abruzzese in comodato e il necessario per il sostentamento. Esperti seguono il percorso del cane nella crescita e nei compiti che deve svolgere a protezione degli ovini al pascolo. Non solo: il cane viene indirizzato a non considerare una minaccia per il gregge la presenza dell’uomo nell’habitat naturale; in questo modo è possibile coniugare l’attività al pascolo e le escursioni dei turisti", aggiunge Santini. "Il modello funziona e può essere esportabile", chiosa. Fuori dai confini, però, la gente ha paura.