Camionisti in croce: un anno nero tra E45 e caro gasolio, le spese alle stelle

In base ai calcoli la spesa aggiuntiva è stimata in circa 125 euro a viaggio per 300 chilometri mettendo insieme lo stop alla E45 e l’impennata del carburante

I camionisti sono preoccupati, "i controlli ci faranno perdere tempo"

I camionisti sono preoccupati, "i controlli ci faranno perdere tempo"

Arezzo, 27 aprile 2019 - Piove sul bagnato. L’impennata del prezzo dei carburanti si abbette anche sul sistema dell’autotrasporto che in provincia di Arezzo sta vivendo il periodo forse più buio. Colpa sì dei prezzi, ma colpa soprattutto della chiusura della E45 che ha provocato un vulnus difficilmente rimarginabile in tempi brevi. «Solo in Valtiberina - dice ad esempio Francesco Meacci, responsabile dell’area trasporti di Confartigianato - sono 35 le aziende conto terzi del settore, alle quali si aggiungono le imprese che hanno i camion in proprietà».

Insomma, un disastro. Giuseppe Brasini, presidente regionale di Cna Trasporti, calcola a spanne quanto abbiano inciso i primi quattro mesi dell’anno nel bilancio di un’azienda. «Lo scavalco della E45 da parte di un’impresa locale - ragiona Brasini - pesa per circa 320 chilometri, il che vuol dire un aggravio di spesa di 106 euro. La recente impennata del gasolio va a impattare, considerando la stessa distanza, per una ventina di euro. E dunque siamo a 125 euro in più a viaggio rispetto a dicembre 2018».

Cifre importanti e una leggenda da sfatare: «Assolutamente falso - dicono all’unisono Brasini e Meacci - che l’aumento dei costi dell’autotrasporto vada a incidere sul prezzo del prodotto finale». Colorita la metafora di Meacci: «Nessuna correlazione fra carburante alla pompa e una mozzarella al supermercato, i prezzi dell’autotrasporto sono stabili da dieci anni e se la mozzarella aumenta è per una decisione ammantata dall’alibi della crescita dei costi di spedizione».

Di nuovo Brasini: «Nessuna azienda riconosce all’autotrasporto un surplus a seconda del prezzo del carburante, chi lo afferme dice una grande falsità». Ma è la E45 il dente che duole: «La Regione non ci ha riconosciuto nulla - insiste Brasini - quanto al governo, lasciamo perdere». «Ridicolo - rincara Meacci - che non sia stato concesso lo stato di emergenza sostenendo che il problema è locale. Allora cambino il nome, non la chiamino più E45 ma strada provinciale Sansepolcro-Sarsina. Quanto alla Regione, è addirittura offensivo il contributo di 300 euro ad azienda».

Confartigianato e Cna si sono mosse insieme su questo fronte, lo hanno fatto con un incontro con il prefetto Anna Palombi a cui è stata consegnata una lettera nella quale si fa luce sulle tante difficoltà delle imprese aretine di autotrasporto. «Il prefetto - riferiscono i due dirigenti - ci ha accolto con grande disponibilità, assicurando il suo impegno per perorare la nostra causa».

Tornando all’impennata dei prezzi, si professa ottimista Meacci: «Non mi pare questa una vera e propria escalation, comunque non legata alle accise sulle quali le aziende di autotrasporto godono di un sgravio a valle, ma da problemi di ordine internazionale. E poi da che mondo e mondo nei periodi dei ponti e delle vacanze i prezzi aumentano sempre ed è facile capirne il motivo».

Meno convinto Brasini per il quale siamo in presenza di un’altra mazzata su un un settore che non gode nella fase attuale di particolare salute. Insomma, le imprese si sentono nel mezzo di una tempesta perfetta e continuano ad allungare il collo verso la Valtiberina, verso quella croce che si chiama E45, peraltro l’unica strada di grande comunicazione senza pedaggio.