
di Gaia Papi
"Ho sbagliato, chiedo scusa". Due membri della baby gang che il 3 settembre aggredì un ragazzo ipovedente perché stava difendendo l’amico al quale volevano rubare le sigarette, hanno ammesso la loro responsabilità. Difronte al tribunale per i minorenni di Firenze uno dei due giovani, difeso dall’avvocato Anna Miele e Walter Renzetti, ha rifiutato il perdono giudiziale e chiesto di essere messo alla prova, istituto che comporta che la decisione sulla responsabilità e sulla conseguente irrogazione della pena, venga rimandata all’esito della prova. Verifica che, in questo caso, consiste nel continuare ad andare a scuola e nell’impegnarsi nello sport. A novembre i giudici verificheranno se il percorso sarà compiuto e in tal caso il reato sarà estinto.
L’altro giovane, riconosciuto colpevole dopo qualche giorno dal pestaggio, venne bloccato dalla polizia e finì in comunità. Oltre all’aggressione al ragazzo cieco gli veniva contestata anche quella all’amica che cercò di difenderlo. Anche lui è stato sottoposto alla messa alla prova. Il terzo ragazzino sotto accusa, difeso dall’avvocato Gabriele Tofi, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. "Il mio assistito non ha mai negato la sua presenza nel parcheggio Pietri al momento dell’aggressione, ma nega invece il suo coinvolgimento. Gli stessi testimoni non hanno mai fatto il suo nome parlando degli aggressori" spiega l’avvocato. "Per questo abbiamo deciso di difendersi nel merito chiedendo il rito abbreviato, con la speranza di ottenere l’assoluzione".
La storia nera fece il giro della città e non solo. Era una sera di fine estate, la movida era tutta alle scale mobili, sotto le mura.
"A fare serata" c’era anche un ragazzone ipovedente di 16 anni, in compagnia di un suo amico. A un certo punto un giovane, con fare da bullo, si mette a frugare nello zaino dell’amico per cercare delle sigarette. Il proprietario gli dice di smettere, reazione che in un attimo accende gli animi. In difesa dell’amico in difficoltà interviene il sedicenne cieco. E’ la scintilla che accende la violenza. Cominciano a volare calci e pugni, il giovane ne esce con un dente rotto e altre lesioni fisiche, poi ci sono tutte quelle cicatrici che rimarranno dentro. Anche una ragazza intervenuta in difesa dei due rimedia uno schiaffo. Poi i bulli se ne vanno. Nei giorni successivi gli agenti della squadra mobile risalgono ai presunti autori dell’episodio grazie a testimonianze di chi ha assistito alla scena. Ieri forse l’ultimo atto, almeno per due dei tre. Forse un punto e a capo per loro. Almeno è quello che spera il tribunale che a tutti ha chiesto di tornare a scuola e di dimostrare di aver compreso il disvalore delle loro condotte.