Bonus casa: boom pratiche e caos

Aumento di circa il 40% delle richieste al Comune ma i tempi sono lunghi e molte famiglie si scoraggiano

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di Federico D’Ascoli

Nel Paese delle mille proroghe mai rinvio fu più atteso da tecnici dell’edilizia e famiglie. Il super ecobonus 110% si potrà utilizzare fino al 2023. Una scelta inevitabile di fronte all’ingorgo di normative, documentazioni e problemi operativi a partire dal difficile reperimento dei ponteggi e degli appuntamenti all’archivio comunale. Le richieste di apertura pratiche nel Comune di Arezzo sono aumentate di una cifra vicina al 40% grazie ai vari bonus che riguardano la casa e il suo efficientamento energetico. Muratori, imbianchini, elettricisti, idraulici, ferramentisti, operatori del trasporto merci risvegliati dal sonno della lunga crisi dell’edilizia adesso si trovano a fronteggiare un eccesso di richieste mentre l’approvvigionamento per coibentazione, ponteggi, infissi, pompe di calore risulta sempre più difficile e costoso.

Un detonatore che riaccende proverbiale litigiosità delle assemblee di condominio. "Su ottanta condomini solo quaranta hanno deciso di intraprendere la strada del 110% – racconta Carlo Manneschi, amministratore di condominio della Condogest – molti si sono scoraggiati di fronte alle difficoltà e ai tempi per riuscire ad avviare i lavori. Ancora dei quaranta condomini che vogliono utilizzare il superbonus nessuno è partito".

In effetti dando uno sguardo in città i ponteggi non sono così tanti. La difficoltà nel rispondere alle esigenze dei cittadini dal punto di vista operativo è uno dei motivi che ha portato molte famiglie e molti condomini a tirarsi indietro: "Quando si riscontrano difformità che rendono impossibile il 110% volano anche le parole grosse. Un provvedimento nato per aiutare le famiglie meno abbienti a ristrutturare casa si è trasformato in una misura per chi ha già disponibilità di denaro visto che banche e general contractor chiedono la solidità economica" sospira Manneschi.

Il superbonus copre interventi di efficientamento energetico come la realizzazione del cappotto termico e l’installazione di impianti fotovoltaici. "La scelta è intelligente – afferma l’ingegnere impiantista Riccardo Valdarnini – il problema è che dobbiamo fare fronte a diverse interpretazioni sulla normativa che rendono difficilissimo il lavoro dei tecnici e allungano a dismisura i tempi. Giusto applicare la comunicazione di inizio lavori asseverata, la cosiddetta Cila unica. Adesso però si deve pensare a una proroga a lunga gettata perché i lavori che sono partiti davvero sono pochi: io sono riuscito a iniziarne appena due su cinquanta pratiche aperte".

Non manca, comunque, l’ottimismo. Maurizio Baldi guida il consorzio di costruttori Arco e vede nella recente proroga un barlume di speranza: "Abbiamo molte commesse ma manca la manodopera esperta per una mole così importante di lavori – spiega – non ci si può improvvisare muratori. La pandemia e la ripartenza sono capitate nel punto più basso del settore edile: molti posti di lavoro erano stati persi, adesso servirebbero molte braccia in più".

A questo c’è da aggiungere la speculazione che sta interessando tutte le materie prime, cemento armato compreso, che in una settimana è aumentato del 117%. "Una situazione che farà lievitare i costi, per questo serve più tempo per poter trasformare davvero il superbonus in un elemento di ripartenza economica nel rispetto dell’ambiente" assicura Maurizio Baldi.