"Bollette pazze? Io resisto Il chilo di pane non aumenta"

Nel panificio di Pieve al Toppo Marco Pierazzi ha stabilito un prezzo fisso "Coi rincari lavoriamo in perdita ma vogliamo aiutare le famiglie a nutrirsi"

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di Lucia Bigozzi

La bolletta di luglio "pesa" 15mila euro a fronte dei 7mila di un anno fa. Stesso mese, costi raddoppiati e "a fine mese mi aspetto che l’importo della luce lieviti a 25mila euro", sbotta Marco Pierozzi mentre fa il giro delle consegne col furgone. Insieme al fratello Leonardo fa girare il panificio e la pasticceria di famiglia, a Pieve al Toppo, che serve il punto vendita aperto ad Arezzo, negozi a filiera corta, ristoranti e sagre paesane in giro per la provincia.

Sette quintali al giorno di pane nelle varie pezzature esce dal forno Pierozzi ma in queste settimane la gente "sta più attenta all’acquisto. Se il panè è l’elemento indispensabile per sfamarsi e dunque resta il più venduto, su pizze e schiacciate ho notato un calo". Segnali di una crisi che avanza e che coinvolge imprese e famiglie.

Tutto si tiene nella giostra dei rincari perchè la mazzata di luce e gas al panificio Pierozzi, vuol dire destabilizzare un’attività sana costruita negli anni e con sacrificio, mettere un’ipoteca su venti dipendenti, generare un ritocco ai prezzi dei prodotti per tenere botta "almeno fino alla fine dell’anno, poi si vedrà. Servono misure concrete adesso, non tra sei mesi perchè potrebbe essere troppo tardi per un sacco di piccole e medie imprese aretine che non possono sopportare a lungo tariffe fuori controllo", sottolinea Pierozzi.

Il ritocco scatta da questo mese e sarà nell’ordine del "7 per cento e non basta a far fronte ai rincari di pomodoro, mozzarella, grano e farina, quasi raddoppiati in pochi mesi", annuncia Pierozzi che sta studiando come arrivare alla fine dell’anno in attesa di provvedimenti ormai chiesti al governo da ogni latitudine.

Eppure, nella ruota delle opzioni per stringere i denti e andare avanti, c’è un punto fermo: il pane da chilo quello no, non si tocca e non subirà nessun aumento "perchè è l’elemento base del nutrimento delle persone; con il pane ci si sfama e noi vogliamo che le famiglie possano continuare ad avere pane sulla tavola, anche se con i rincari che subiamo, il costo della pagnotta a 2 euro e 10 centesimi non in rimessa per noi. Tuttavia, è una nostra scelta per aiutare le famiglie più deboli economicamente. E’ chiaro che per il pane da chilo così come per gli altri prodotti, il nostro lavoro in questo momento è in perdita, aspettando che qualcuno riesca a mettere freno a questa speculazione".

Pierozzi non ci gira intorno quando spiega il senso della passione per il lavoro e perfino il piacere della fatica "per un lavoro che insieme a Leonardo e alle nostre famiglie costruiamo per dare un servizio alla comunità. In tutta questa vicenda, l’aspetto che lo amareggia di più è quasi un paradosso: "Noi abbiamo investito nel fotovoltaico per abbattere i costi e valorizzare l’ energia pulita. Per qualche tempo la bolletta si era abbassata a 4mila euro al mese poi c’è stato un picco a dicembre 2021 sfiorando i 10mila euro e ora siamo già a 15mila. Come dire: al danno, la beffa". L’urgenza per l’imprenditore aretino è "separare il costo del gas da quello dell’energia elettrica, altrimenti non se ne esce e per noi è impensabile continuare a produrre con costi che aumentano ogni mese".

Il pane nelle ceste è appena sfornato e il furgone profuma di buono, ma oggi per Marco è "un altro giorno triste".