Arezzo, 20 aprile 2016 - Luca Bronchi fa ricorso al riesame contro il sequestro di una parte della liquidazione. E' stato l'avvocato Bonacci a depositarlo. Motivo? Ottenere la revoca di quel decreto ma almeno vedere le carte dei Pm. Capire cioé cosa abbia in mano il pool per accusare l’ex direttore generale di bancarotta, in relazione alla liquidazione che Bpel gli concesse. E’ una mossa che obbliga i Pm a depositare le carte d’inchiesta.
Bene, scrive il giudice Lo Prete, motivando il suo provvedimento: all’ex direttore generale spettava sì l’indennità di base (per i Pm, che seguono la linea della Banca d’Italia, nemmeno quella, doveva essere licenziato in tronco per giusta causa), ma non quella supplementare (475 mila euro appunto), che si trasforma dunque in una distrazione patrimoniale, in situazione di insolvenza uno scenario di bancarotta.
Per la difesa nessuna distrazione patrimoniale, e quindi neppure bancarotta, perchè all’ex Dg la liquidazione concordata su base transattiva spettava fino all’ultimo euro. Il capitolo è quello nel quale finora si è arrivati più vicini a materializzare la bancarotta, con iscrizione dell’ultimo Cda quasi al gran completo (manca Giovanni Grazzini che si astenne) nel registro degli indagati.
Secondo il Gip invece i consiglieri votarono a favore della liquidazione perchè non potevano fare diversamente, essendo stati messi al corrente di accordo e pareri legali che lo supportavano solo all’ultimo momento e le vere responsabilità sarebbero quindi dello stesso Bronchi e del presidente Lorenzo Rosi,