Poti, deserta l'asta sull'area più degradata, novità su La Valle

Avanti il progetto sull'altro versante: aprirà un punto di ristoro bici. Ma restano le rovine di albergo e Fontemura

poti camminata Poti a Piedi

poti camminata Poti a Piedi

Arezzo, 18 settembre 2022 - La buona notizia e la cattiva. La buona è che sono stati affidati, dopo l’avviso pubblico di maggio, in regime di concessione d’uso, il fabbricato e i terreni in località La Valle all’interno del complesso forestale dell’alpe di Poti. La cattiva è che le rovine dell’albergo di Poti e della Fontemura versano sempre nel più totale degrado nell’incuranza generale tra mura pericolanti e tetti d’amianto che si sgretolano sulla montagna degli aretini. Non solo, l’ultima asta per l’ex impianto dell’acqua, quello che si trova sul versante che da Poti scende a San Polo e che a Capodanno era salito agli onori della cronaca per un rave party abusivo, è andata deserta. Una base d’asta da oltre 200mila euro, che presto verrà riproposta al ribasso, che comprende oltre all’ex stabilimento Fontemura anche una porzione di bosco.

Guardando il bicchiere mezzo pieno invece, le novità positive riguardano quel versante del comprensorio di Poti, forse meno conosciuto, che scende verso la statale 73 e la Rassinata, all’altezza delle vecchie gallerie oggi meta di cicloturisti e camminatori. Il comprensorio della Valle recentemente tirato a lucido è costituito da diversi corpi di fabbrica e si sviluppa prevalentemente su due piani: i locali agibili erano in ottimo stato di conservazione e occupano una superficie di 327 metri quadrati. Impianti tutti a norma e perciò usabili. “Il fabbricato– si leggeva nell’avviso del comune - è collegato alla strada statale 73 da una strada vicinale sterrata di un chilometro e 200 metri". Una bella scatola che necessitava però di essere riempita. Detto fatto. I soggetti interessati dovevano presentare, insieme all’istanza di partecipazione, un progetto di utilizzazione di fondi e struttura finalizzato alla loro valorizzazione. Così è stato e la struttura è stata data in concessione, manca solo la firma del contratto che dovrebbe avvenire a breve. Cosa diventerà? Dovrà essere adibita a centro a disposizione di coloro che praticano trekking e mountain bike con tanto di piccola officina per le biciclette, ma anche all’accoglienza turistica. Il rapporto d’uso sarà ventennale. E se per uno dei tesori custoditi all’interno della montagna degli aretini c’è il lieto fine, diversa sorte per le aree, in questo caso private, dell’ex albergo o del vecchio stabilimento della Fontemura. Un’area quella sul versante che guarda San Polo, che nei mesi scorsi era tornata d’attualità perchè protagonista a Capodanno di un rave party abusivo poi sgomberato.

Anche la zona in cima all’alpe versa ancora nell’incuria e nel degrado tra fabbricati che cadono a pezzi e amianto che si sgretola nei tetti. Eppure molti si ricorderanno bene quando l’albergo era ancora in attività e Poti era presa d’assalto da villeggianti e aretini alla ricerca del fresco in estate. Nel tempo l’attenzione sulla zona e la necessità di rilanciare la montagna aretina, strappandola al degrado ha visto protagonisti vari attori. Grazie ad associazioni del territorio e non solo, sono state organizzate numerose e prestigiose manifestazioni legate al mondo del rally e del ciclismo anche ciclostorico, delle semplici camminate come quelle di Fondazione Arezzo Wave, Calcit e A Piede Libero per tenere viva l’attenzione sulla zona, ed è arrivato anche qualche segnale di vivacità da parte di imprenditori del settore del turismo con la Baita di Poti che a due passi dall’albergo in rovina è invece in attività.