Morti sul lavoro, Arezzo quinta in Italia per incidenza sugli occupati

Fino ad aprile 5 morti registrata da Vega Engineering. Marinelli, Amnil: Infortuni raddoppiati nei primi sei mesi

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Arezzo, 2 giugno 2022 - La città è quinta in classifica per casi di morte sul lavoro tra le province italiane. Un triste primato con 5 casi totali al 30 aprile di quest'anno, che vedono Arezzo ai vertici della graduatoria nazionale in base all'indice di incidenza sugli occupati. Si tratta di un parametro calcolato su un milione di occupati. Tradotto, ci sono città come Verona che hanno più morti di noi, 8, ma che impiegano più lavoratori e che vedono quindi la percentuale di incidenza più bassa della nostra al 19,8 contro il 34,5 di Arezzo. Foggia è maglia nera, prima della graduatoria con 6 casi totali su 166.039 occupati, seguono Frosinone seconda, Alessandria e Ravenna tutte con 6 morti ma con diverso indice di incidenza sugli occupati che va da oltre il 36 di Foggia al 34,9 di Ravenna. Ad Arezzo siamo appunto al 34,5 su 145.036 occupati. In Toscana Grosseto è nona al 21,5 e registra 2 morti. Livorno è 19esima al 14,9 con 2 morti, Firenze 31esima con 11,6 di incidenza e 5 morti come noi ma con molti più occupati, 429.547. Pisa 35esima all’11,1 con 2 morti, Siena 42siema all’ 8,9 di incidenza e 1 morto. Pistoia 45esima con un morto ma incidenza sugli occupati all’8,4. Lucca 74sima a zero morti.

I dati sono forniti dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering per l’anno 2022, sono aggiornati al 30 aprile ed escludono gli infortuni in itinere. Ma quali sono gli incidenti più ricorrenti in città? “Nella nostra provincia sono tantissimi i casi di infortuni anche mortali in agricoltura soprattutto per trattori ribaltati – spiega Mirko Marinelli, Presidente provinciale Amnil Arezzo – un tipo di incidente che accade oggi come 60 anni fa. Ma ci sono anche tantissimi incidenti legati ai cantieri e all'edilizia. Soprattutto questo settore infatti ha avuto una grande ripartenza dopo il Covid anche grazie ai bonus. Ma l’aumento del lavoro e le scadenze spesso stringenti, non vanno di pari passo con la sicurezza. In questo ultimo periodo sono nate tantissime aziende edili aperte anche da persone senza la necessaria esperienza. Mancanza di professionalità e tempi stretti non si sposano con la sicurezza soprattutto nei cantieri, quando il lavoro del muratore che opera su ponteggi anche molto alti, è tra quelli più pericolosi. Spesso poi caschi e imbracature soprattutto in estate, vengono tralasciati. Ecco perché come Amnil ci battiamo per diffondere la cultura della sicurezza non solo nei luoghi di lavoro ma anche nelle scuole attraverso incontri e testimonianze”. I primi mesi dell’anno si sono aperti con un incremento degli infortuni. “Stando ai primi dati provvisori in questi primi mesi del 2022, siamo a  quasi il 30% in più di infortuni – spiega Marinelli – un dato che a livello provinciale rispecchia quello nazionale. La classifica che ci vede quinti per incidenza di morti sul lavoro non fa che confermare una tendenza che ci riporta a prima della pandemia. La sicurezza è qualcosa che deve entrare nel dna delle persone non solo nel lavoro ma in tutte le azioni quotidiane”. Negli ultimi mesi infatti l’aretino è stato costellato di infortuni anche gravi. Tra gli ultimi territori colpiti la Valtiberina dove un settantenne era morto travolto dal trattore e sempre in Cansetino la morte dell’operaio di 51 anni, stritolato nella tramoggia nell’azienda di calcestruzzi Mariotti in località La Nave, alle porte di Bibbiena. A settembre era morto un uomo dopo essere caduto da un albero mentre lavorava in un’azienda agricola a Castiglion Fiorentino.