Il lavoro che uccide: +250% di morti

«Tanti incidenti per la corsa ai bonus». Le vittime sono passate dalle 2 dei primi sei mesi 2021 alle 7 che si contano dall’inizio di quest’anno

lavori

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Arezzo, 29 settembre 2022 - Aumentati del 250% gli infortuni mortali calcolati nel periodo gennaio-luglio 2021 e gennaio- luglio 2022 in provincia di Arezzo, passando da 2 a 7. «Numeri enormi che non dovrebbero accadere – dice il presidente Anmil di Arezzo Mirko Marinelli – il motivo? Tra le cause principali il lavoro edile che ha ripreso in maniera frenetica e ha visto un boom nell’ultimo periodo». Tra bonus e agevolazioni infatti la città è disseminata di gru e impalcature, cantieri e palazzi impacchettati. E non sono aumentati solo gli incidenti mortali ma anche gli infortuni sul lavoro, quelli denunciati sono stati in totale nel 2022, 2886 in provincia, il 27,5% in più dello stesso periodo gennaio-luglio 2021 quando erano 2263. Aumentano anche le malattie professionali denunciate, passate a 446 contro le 357 del periodo gennaio-luglio dell’anno scorso, segnando un picco di quasi il 25% in più. Sono i dati che l’Anmil divulgherà il prossimo 9 ottobre per la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro.

«Anche quest’anno siamo a commentare e riflettere su dati enormi – dice il presidente Amnil di Arezzo – visto che si parla del 250% in più di incidenti mortali. Tra i motivi c’è la ripartenza dell’economia post Covid: si è cercato di recuperare quanto perso in pandemia. Questo ha fatto sì che si lavorasse più velocemente, una cosa che non va d’accordo con la sicurezza che invece prevede di organizzarsi bene. Così se qualche anno fa la crisi del settore edile aveva portato all’assenza di cantieri e gru nel nostro panorama cittadino, adesso c’è un ritorno al cantiere con palazzi impacchettati e impalcature a perdita d’occhio. Alcune ditte sono nate improvvisamente o si sono espanse in maniera repentina. La conseguenza in alcuni casi è stata aver inserito in organico persone non qualificate o con poca esperienza che magari non avevano fatto nessuna prova prima.

Una volta il manovale imparava il mestiere partendo dal basso, oggi invece la forte richiesta del mercato ha mandato in cima alle impalcature anche persone non preparate. Così se da una parte è un bene che il settore sia ripartito, il rovescio della medaglia è stato avere molta gente poco formata alla sicurezza al lavoro e di conseguenza più incidenti e infortuni». Non solo il numero clamoroso dei morti infatti, è preoccupante anche il picco di infortuni sul lavoro. «Nel 2022 queste percentuali dovrebbero essere inverse e calare invece di salire – continua Marinelli – in provincia gli infortuni sono saliti di oltre il 27% e questo solo nei primi mesi dell’anno. I settori più a rischio? Oltre a quello edile che per sua natura prevede altezze e pesi, qui anche l’agricoltura, nel 2022 si continua a morire per trattori ribaltati cosi come decine di anni fa, criticità soprattutto nelle vallate montane».