Salvatore Mannino
Cronaca

Sesso in cambio di droga, confessione choc di una ragazza

Arrestato il pusher cui si concedeva, in manette anche un altro spacciatore albanese: una rete di 10 mila contatti

Carabinieri (foto di repertorio)

Arezzo, 6 settembre 2020 - Sesso in cambio di cocaina. Ricatto, ahinoi, abituale nel mondo della droga (ha fatto rumore nei giorni scorsi la storia dei festini di Bologna con una minorenne coinvolta), ma che ad Arezzo non si era ancora mai visto nel pur variegato campionario delle inchieste sull’uso di stupefacenti. Il ghiaccio lo ha rotto una giovane tossicodipendente che si è sfogata con i carabinieri, contribuendo all’arresto del suo spacciatore di fiducia, che era poi anche il beneficiario dell’amore (si fa per dire) rubato. E’ un albanese di 35 anni, che è finito in carcere ieri, quando gli uomini dell’Arma hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare firmate dai Gip Fabio Lombardo e Giulia Soldini, richieste dai Pm Marco Dioni e Chiara Pistolesi. L’altro pusher finito in manette è anche lui albanese, 34 anni. Due indagini diverse, due protagonisti diversi, due zone di spaccio diverse. La ragazza, 30 anni, era finita nelle grinfie del primo dei due albanesi, quello che operava nella zona di viale Santa Margherita. Lui era ben lieto di esaudire le richieste di cocaina della sua vittima, ma in cambio pretendeva che soddisfacesse le sue voglie. Mai pagata la droga, ha raccontato lei, bastava che gli concedessi sesso un po’ ovunque, anche per strada, quando capitava. Il pusher riceveva gli ordini per telefono e consegnava in bicicletta, nei centri commerciali, nei parcheggi, dove capitava. Alla fine però ha attirato le attenzioni dei carabinieri dei nucleo investigativo del reparto operativo provinciale. C’è voluta un po’ di pazienza, alla fine però non ha avuto scampo. Ed è venuta alla luce anche la storia della giovane. Probabilmente non è la prima, visto che nel mondo dello spaccio succede un po’ di tutto, ma nessuno aveva mai avuto il coraggio di raccontare di un corpo venduto per una dose. L’altro albanese aveva scelto invece Ceciliano e via Romana come i suoi terreni di conquista. Si era motorizzato ed era in auto che effettuava la consegne, sempre ordinate per telefono, in modo da minimizzare i rischi dello spaccio di strada. Un mercato fiorente, visto che secondo i carabinieri, siamo nell’ordine, fra entrambi i pusher, di una rete che comprendeva circa 10 mila contatti. Molti erano ragazzi, ma qualcuno era cliente dei due da 15 anni. Una vera e propria fidelizzazione della clientela, con tecniche da distribuzione commerciale. C’erano tossici che compravano anche due o tre volte la settimana, con regolarità nel corso del tempo. I prezzi? Tutt’altro che modici: fino a 70/80 euro per una dose di cocaina, dieci euro al grammo per la marijuana. E nonostante tutto andava alla grande. Un altro spaccato su un mercato della droga che è sempre più variegato, con i ragazzoni di colore dell’Africa profonda, soprattutto nigeriani, che hanno conquistato il controllo dello spaccio nelle aree «calde», come Campo di Marte e il Pionta. Un gradino sopra i magrebini che ancora dominano ai giardini del Porcinai. Gli albanesi, un tempo padroni degli affari sporchi, parevano invece essersi ritagliati la fetta della vendita all’ingrosso, meno rischiosa e più redditizia, ma evidentemente qualcuno di loro non disdegna ancora lo spaccio al minuto. In zone tranquille, però, senza dare troppo nell’occhio. Ha funzionato fino all’altro ieri, poi la galera.