Assalto alla Cgil, resta ai domiciliari il Ciclone

A settembre la prossima udienza, ieri in aula un altro agente della Digos

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Arezzo, 2 luglio 2022 - Rimane ai domiciliari Lorenzo Franceschi per l’assalto alla sede romana della Cgil. Il "Ciclone" tornerà in aula a settembre, ma intanto ieri si è svolta una nuova tappa della vicenda giudiziaria che è partita dopo i fatti del 9 ottobre 2021. Tutti gli imputati torneranno in aula il prossimo 7 settembre, da chiarire restano infatti alcuni dettagli riguardanti l’autorizzazione allo svolgimento del corteo. In tribunale si procederà alla ricostruzione dei fatti con approfondimenti giuridici. Ieri intanto si è tenuta una nuova udienza dell’inchiesta relativa all’assalto alla Cgil di Roma. Tra gli imputati della vicenda c’è anche il “Ciclone”, l’aretino Lorenzo Franceschi, che in questo momento è agli arresti domiciliari dopo la permanenza in carcere. Franceschi è accusato di aver partecipato attivamente alla devastazione della sede romana del sindacato durante la manifestazione no vax dell’autunno scorso. Durante l’udienza di ieri è stato ascoltato un altro agente della Digos, che insieme ai colleghi coordinava il 9 ottobre scorso, l'ordine pubblico in piazza. Il poliziotto in aula avrebbe ricostruito la sua versione dei fatti, identificando gli autori dell’assalto immortalati nei video acquisiti dalla polizia.

Restano però da chiarire altri aspetti riguardanti l’autorizzazione allo svolgimento del corteo stesso per comprendere meglio il contesto in cui si sono consumati i fatti. “Il Ciclone” che nel procedimento è assistito dall’avvocato Mario Giancaspro, ha sempre sostenuto di essere entrato dentro l'edifico della Cgil per vedere cosa stesse accadendo ma di essere uscito "senza toccare nulla”. Il gip a proposito del “Ciclone” aveva scritto che l’aretino era “ripreso nelle immagini mentre colpiva, con un'asta di una bandiera di non modeste dimensioni, agenti delle forze dell'ordine posti a presidio dell'ingresso della Cgil”, “ripreso all'interno dei locali del sindacato sempre con l'asta tra le mani, mentre assisteva compiaciuto all'operato dei devastatori".Una versione completamente diversa quella quindi espressa nell’ordinanza del gip con cui era stato notificato l’avvio degli accertamenti su Franceschi.