Altro schianto sulla Libbia "Ora ci vuole un autovelox"

Ancora incidenti: gravissima a 67 anni, la corsa in ospedale per salvarla . Sullo stesso punto a inizio luglio una vittima di Caprese. Nuovo appello

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di Claudio Roselli

Due incidenti stradali sullo stesso punto – l’uno tragico, l’altro con gravi conseguenze – a distanza di poco più di un mese e sempre nel pomeriggio di un giorno festivo. Un caso, oppure una situazione di oggettivo pericolo? Il luogo in questione è il tratto del lungo rettilineo della provinciale Libbia ai piedi di Anghiari, quello di via della Battaglia e all’incrocio con la stradina dell’ex calzaturificio Soldini. Il 10 luglio scorso vi perse la vita in moto Valerio Giorgi, 41enne di Caprese Michelangelo; intorno alle 17,30 dell’altro ieri, giorno di Ferragosto, si è verificato un frontale fra due vetture: una Bmw che procedeva verso Anghiari, con al volante una 67enne residente e conosciuta a Sansepolcro e una Toyota Yaris condotta da una donna di 38 anni, originaria della città lombarda di Saronno. La dinamica del sinistro è al vaglio dei carabinieri della locale Stazione; di certo, c’è che le due persone coinvolte si trovano ricoverate al policlinico delle Scotte di Siena, dove sono giunte entrambe in codice rosso a bordo delle ambulanze giunte da Pieve Santo Stefano e Sansepolcro.

La biturgense vi è arrivata dopo una sosta tecnica al pronto soccorso del San Donato di Arezzo, l’altra vi è stata direttamente trasportata per i diversi traumi subiti. Le loro condizioni rimangono tuttora sotto controllo da parte dei sanitari. Dicevamo del grado di pericolosità elevato di questo tratto di strada: anche le richieste dell’amministrazione comunale anghiarese, che aveva detto di fare qualcosa al più presto per migliorare la sicurezza, sembrano esse state disattese. Il sindaco Alessandro Polcri si era già mobilitato nei confronti di Prefettura e Anas per la parallela Senese Aretina nell’abitato di San Leo dopo l’ultimo grave incidente; sulla Libbia il discorso non cambia: la risposta ricevuta è che non vi sono stati casi in numero tale – rapportato con la popolazione – da giustificare l’installazione di autovelox, né tantomeno di dissuasori, perché nelle strade statali e provinciali non sono consentiti. L’unico reale problema è allora quello della velocità: non sappiamo quale fosse quella tenuta dalle due auto, ma c’è un preciso limite di 50 orari che interessa una larga parte del rettilineo e a volte vi sono i controlli da parte delle forze dell’ordine.

In pochi però rispettano il limite, tanto da finire con il rivelarsi conducenti di veicoli lenti e con il beccarsi qualche improperio da parte di chi li sorpassa, quasi come se i prudenti al volante fossero invece coloro che creano intralci alla circolazione. È su questo aspetto che quindi si deve intervenire.