
Alighiero Nofri con Fabrizia Fabbroni
Arezzo 9 marzo 2019 - Pochi giorni fa aveva donato al Museo Archeologico di Arezzo i punzoni e gli stampi delle riproduzioni dei vasi corallini di tradizione manifatturiera etrusca ricevuti dalla famiglia Del Vita. Un dono prezioso. Per anni Alighiero Nofri li aveva usati per creare le copie della pregiata produzione etrusca e proprio ora che la sua arte era stata consacrata in una sala museale riconoscendone il valore artistico e storico se n’è andato. Se n’è andato forse uno degli ultimi maestri artigiani la cui passione per i vasi corallini si deve proprio all'incontro con lo storico e studioso Alessandro Del Vita, che con il fratello Antonio aveva fondato e diretto la sua “officina” da ceramologo nel 1919 e l’aveva chiamata "Arretina Ars" in un locale dietro la chiesta di Sant’Agostino. Qui si realizzavano le copie dei vasi attici, greci e romani, quelli neri con figure rosse, come la copia del monumentale Cratere di Eufronio ora esposta al Museo Archeologico di Arezzo.
Nofri grazie all’incontro con i Del Vita imparò il loro mestiere specializzandosi della creazione delle copie dei vasi in terra sigillata aretina, conosciuti come “corallini” che più di 2000 anni fa fecero di Arezzo uno dei massimi produttori ed esportatori di ceramiche, acquistate ed imitate in tutto il mondo. Quelle che dal 50 a.C venivano prodotte dalle fabbriche di Marco Perennio, Rasinius, Cornelio, Ateio. E tante volte questi suoi piccoli capolavori li ha messi a disposizione del Calcit per mostre e mercati a favore del comitato aretino grazie anche all'amicizia con Fabrizia Fabbroni che creò una prima mostra nell'atrio d'onore della Proivncia in occasione di un convegno sui vasi corallini aretini. Il Calcit ha poi continuato a organizzare mostre mercato con il materiale di Nofri che lui ha continuato a realizzare solo per il Comitato. La stessa Fabbroni, sua amica, con l'archeologo Valentino Minocchi hanno fatto poi da tramite per la donazione al museo Archeologico. Ma spesso Nofri aveva donato sue creazioni a personaggi aretini, come le tavole in terracotta raffiguranti la Madonna del Conforto, agli artisti Pupo e Severino Baldi.
Un valore artistico e simbolico senza prezzo. Da un po’ di tempo Nofri si era fermato per motivi di salute e come ultimo regalo alla sua città aveva donato stampi e punzoni dei “suoi” vasi corallini al Museo Archeologico che ora saranno utlizzati per laboratori didattici, in una sorta di passaggio del testimone fra gli antichi vasai aretini a quei pochi artigiani illuminati che hanno voluto tramandare l’abilità manifatturiera aretina nei secoli. Ci sono riusciti, c’è riuscito.
I funerali si terranno lunedì 11 marzo alle 11,30 nella chiesa di San Giovanni a Subbiano paese dove il maestro era nato.