"Accerchiati dalle fiamme, vogliamo le telecamere"

Le richieste degli abitanti di Terontola che domenica si sono trovati nel rogo. L’ombra del piromane e le coincidenze: stessa ora e posto

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di Laura Lucente

Dopo il rogo di Montegualandro resta la rabbia e la voglia di avere risposte e trovare i responsabili. Chi può volere così male a questo territorio da decidere di appiccare il fuoco così ciclicamente? Perché sempre nei primi 15 giorni di agosto? Perché sempre all’ora di pranzo? Troppe le coincidenze. 2017, 2020, 2021 e oggi. E poi ci sarebbe un’area da cui tutto prende il via. La chiamano Cava. È una grossa piazzola proprio a cavallo tra i territori di Umbria e Toscana che sarebbe il punto da cui si sprigionano le prime fiamme. Fiamme che prendono facilmente corpo, perché qui le sterpaglie non mancano.

La siccità di questa estate torrida poi adesso ha fatto il resto, mandando in fumo solo questa volta ben 40 ettari. La desolazione che c’è oggi attraversando la strada che da Terontola alta scollina a Tuoro è palpabile. Piante secolari spazzate vi-a, odore acre di cenere ovunque, una collina di bosco invidiabile che domina il lago Trasimeno trasformata, oserei dire, distrutta. "Chi ci ridarà la bellezza di questi posti?", racconta arrabbiato e affranto Francesco Santucci, noto musicista che a Terontola alta ormai vive da anni in una villetta immersa nel verde. Lo stesso Santucci ripercorre i momenti concitati di domenica. "Ho visto una nube di fumo nero e denso all’orizzonte già alle 11,30 e ho chiamato immediatamente i vigili del fuoco. Non sono tra quelli che si è dovuto allontanare obbligatoriamente dalla sua abitazione, ma vedevo le fiamme a poche centinaia di metri da casa mia. Con l’acqua del pozzo ho bagnato i confini di casa temendo il peggio". Chi ha dovuto sgomberare casa è Giancarlo Alunno Paradisi che vive sempre a Terontola alta con la sua famiglia. "Avevo le fiamme a 100 metri da casa e i vigili del fuoco ci hanno detto di andare via. Ho preso le auto e ho portato via i miei familiari, ma poi sono tornato a prestare aiuto ai miei vicini a cui era andato a fuoco l’oliveto. La paura è stata tanta, non posso negarlo, soprattutto perché il vento non ci era favorevole. Sul versante umbro le fiamme sono arrivate fino ad un agriturismo chiuso facendo alcuni danni".

Oggi la richiesta a gran voce e unanime è quella di indagare seriamente e a fondo. Lo stano facendo i carabinieri forestali dei rispettivi territori. "Non è possibile che dopo tutti questi episodi non si possa prevedere un sistema di videosorveglianza adeguato e non si possa indagare meglio su cosa ci sia dietro alla mano dolosa. Vogliamo aspettare che accada qualcosa di irreparabile?"