SILVIA BARDI
Cosa Fare

La Street Art invade Arezzo. Matteo Bidini: "raccontiamo luoghi, storie e personaggi"

Incursioni di Blub, Exit Enter, Zed e Ache 77 nelle vie del centro. A Civitella quattro grandi dipinti di Exit Enter dedicati all'eccidio, a Gnicche, al pino secolare e alle Giostre del Toppo. A Sansepolcro Banksy e Ninjaz

Matteo Bidini

Arezzo 8 luglio 2020 - Quando nei muri di Arezzo sono apparse le prime opere di Blub, di Banksy (al quale che tra l’altro in questi giorni è dedicata una mostra al museo civico di Sansepolcro accanto a Piero della Francesca), di Zed, di Exit Enter si è capito che l’arte di strada può e deve dialogare con città storiche e monumenti. E’ nato anche un gruppo Facebook creato da Bianca Bisaccioni che propone di andare a vedere e cercare queste opere che da sole creano un percorso artistico a cielo aperto. Anche i meno esperti hanno imparato a riconoscerli. Dai grandi dell’arte e dello spettacolo che Blub affigge negli sportelli del gas, ai cuori con giubbotto antiproiettile di Zed 1 agli omini con i cuori rossi sospesi come palloncini di Exit Enter ai volti femminili di Ache 77.

Ma c’è di più. Anche le amministrazioni comunali hanno capito che queste opere, queste dipinti, sono dei formidabili comunicatori di messaggi e di emozioni.  Raccontano i luoghi, parlano della gente e con la gente che li abitano. Come a Sansepolcro dove   Ninjaz, noto writer fiorentino, sta lavorando nel cantiere della chiesa di Sant’Agostino. Come a Civitella, Pieve al Toppo, Badia al Pino e Tegoleto dove quattro grandi pannelli raccontano l’eccidio, le giostre del Toppo del 1280, il pino monumentale e la leggenda del brigante Gnicche. Li ha firmati proprio Exit Enter chiamato dall’aretino Matteo Bidini che ne ha curato il progetto.  

Bidini, è un libero professionista, curatore di interventi di arte pubblica che ha lavorato sempre all’estero e nelle grandi città, rientrato ad Arezzo per il Covid, da anni collabora con gli artisti di strada. E’ stato lui a far realizzare a Run e Basic “I due lottatori” nel palazzo di sei piani a Firenze in via di Rocca Tedalda per il festival dei diritti in Toscana ma anche tante altre opere in tutto il mondo. Riuscendo a infrangere quella diffidenza che accompagna il pubblico, e soprattutto i residenti, delle grandi città d’arte italiane. E infatti lui si è fatto le ossa all’estero soprattutto in Spagna e Olanda. “Ho iniziato a fare questo lavoro quando sono andato a vivere in Spagna, il punto di riferimento di questi artisti, ho imparato l’abc, la passione e lo studio e soprattutto a fare comunicazione. L’arte di strada è comunicazione pura, non la puoi snaturare, devi parlare con la gente che in quel quartiere ci vive e ascoltarne anche i consigli, entrare e capire le loro vite”.  

E così per le storie di Civitella Bidini ed ExitEnter hanno studiato le storie dei paesi. E altri progetti verranno fra cui il Comune di Capolona. “Per Badia al Pino il cielo scelto è quello del giorno - spiega Bidini  - con il profilo del paese, l’abbazia, il pino secolare e due figure che giocano perché davanti c’è una scuola. A Pieve al Toppo si raccontano le Giostre del Toppo del 1280 tra ghibellini e guelfi. Un signore del posto ci ha rimproverati che non c’erano morti nel disegno. Ci siamo giustificati dicendo che quella era solo l’inizio della battaglia. A Tegoleto c’è Gnicche, bandito che si aggira di notte tra mistero e leggenda.  A Civitella l’eccidio lo abbiamo reinterpretato come memoria e rinascita di un paese che ha fatto tanta fatica a rialzarsi. Gli abbiamo dedicato un bambino e un vecchio che si tengono per mano nel cielo dell’alba a primavera”.