Michela Berti
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Vivere alla Chiccaia tra amianto, muffa, topi e scarafaggi

Le shangaine che hanno protestato lunedì mattina in consiglio ci fanno vedere le loro case. Ecco cosa troviamo-Le immagini

La protesta degli abitanti della zona

La protesta degli abitanti della zona

Livorno 16 luglio 2014 - «NON VOGLIAMO una villa sul mare ma una casa dignitosa dove poter vivere». Le donne di Shangay ieri ci hanno aperto le loro case nel complesso La Chiccaia — che dovrebbe essere demolito e poi ricostruito — per dimostrare che l’irruzione fatta lunedì mattina in consiglio comunale non era una strumentalizzazione politica (qualcuno ha fatto battute sulla presenza di Simonetta Pampaloni, segretaria della sezione Pd di Shangay, ndr) ma l’ultimo atto di una tragi-commedia che va avanti da troppo troppo tempo. «Ecco — hanno detto in coro le donne di Shangay — queste sono le case nelle quali viviamo, da decenni, con i nostri figli». E lo scenario che ci troviamo davanti è a dir poco agghiacciante; nell’aria gli odori di chi prepara da mangiare per il pranzo non riescono a camuffare la puzza di umidità che mozza il respiro. 

GLI APPARTAMENTI, che non arrivano a 40mq, sono avvolti da mura scrostate e cadenti. In estate il caldo soffoca e in inverno a riscaldare le famiglie ci sono le bombole del gas perché mancano gli impianti del metano.

«Io ho tre bombole in casa — dice Cosetta Diara — due per il riscaldamento e una per cucinare. Se accade qualcosa ci hanno sulla coscienza perché qui siamo tutti a rischio». L’ascensore è un sogno — anche per gli anziani che vivono ai piani alti — mentre non manca la compagnia degli animali: scarafaggi «che escono dai tubi dei lavandini» e topi «che scorrazzano nelle case a tutte le ore» urlano le shangaine. «Ecco dove viviamo da decenni — continuano — e ora che ci sono le case pronte non ce le vogliono dare». 

SCHIERATO nel cortile della Chiccaia un bel gruppo di famiglie: Nephie Sephasca, Ivana Lonzi, Caterina Lassandro, una giovane incinta che vive in un appartamento di 37 mq con altri quattro familiari — compresa la mamma invalida — «ora sto anche un po’ da mia suocera, ma quando nascerà il bambino non sappiamo proprio come fare». In strada anche i padri di famiglia, da Sergio Cordano («sono pensionato del porto e vivo al terzo piano senza ascensore») a Piero Battaglia che vive in questo quartiere dal ’69. Ma al centro della piazza, seduta su una seggiola perché ha qualche problema di deambulazione, c’è una delle donne più anziane del quartiere: è Tina Nenci, 87 anni, accompagnata dalla figlia Laura Lugheri.

«Vivo qui da sempre — dice con un bel tono squillante di voce — ma ora non ne posso più. Sto al secondo piano e i topi che spuntano in casa mi fanno paura. Io non ci voglio più stare, voglio la mia casa!». Qualche parola sopra le righe viene indirizzata al Comune e al sindaco, ma gli shangaini la tranquillizzano («Tina stai calma»), ma lei non vuole sentirsi zittire perché è proprio stufa di questa attesa per un’abitazione più dignitosa. E non è la sola a lamentarsi («i topi portano malattie») e tra i residenti della Chiccaia la salute non è di casa. «Ci credo che siamo tutti ammalati — dice il coro di voci — sui nostri tetti c’è l’amianto e respiriamo tutti i giorni lo spolvero. Nemmeno gli operai del Comune vogliono salirci quando sono dovuti intervenire per sistemare situazioni pericolanti». Ecco perché, il vivere quotidiano in questa situazione di grave disagio ha esasperato le 132 famiglie. «Quando ci siamo sentite dire dal responsabile dell’ufficio casa del Comune che il sindaco aveva bloccato le assegnazioni negli appartamenti pronti a Padula e Corea non abbiamo più sentito ragioni. E torneremo al prossimo consiglio comunale se non ci daranno risposte immediate».  POI le shangaine si lasciano sfuggire: «Il sindaco ci ha detto che per fare queste assegnazioni doveva aspettare il rientro della Faggi (responsabile del sindacato Unione Inquilini, ndr) dalle ferie. Perché? C’è qualcosa che deve essere chiarito, e anche in fretta». I piani di recupero interessano centinaia e centinaia di famiglie; fermare gli ingranaggi sembra molto pericoloso. «La Faggi vuole mettere al nostro posto gli sfrattati, ma avete visto in che condizioni viviamo? Vi sembra dignitoso?».