Il testamento spirituale di Ratzinger: "Le ideologie? Svanite. La fede non è irrazionale"

Le parole di Benedetto XVI pubblicate dal Vaticano dopo la scomparsa. Riflessioni sulla scienza e le apparenti certezze, dal liberalismo al marxismo

Roma, 2 gennaio 2022 - Fino all’ultimo. Con delicatezza e forza contro il mostro. Con acume e, verrebbe da dire, anche un filo di ironia contro il suo nemico. Fino alla fine con il suo testamento spirituale, Benedetto XVI compie un gesto della sua battaglia: riaffermare la ragionevolezza della fede. Ovvero opporsi a quel Mostro di Luogo Comune, nutrito da diverse filosofie, da diversi poteri, e favorito persino da scuole teologiche, secondo il quale è impossibile che un uomo ragionevole abbia fede, e viceversa. Quel mostruoso luogo comune per cui, finora, chiunque di noi si professa cristiano viene guardato con un misto di commiserazione o perfida invidia. La commiserazione del tipo: poveretto, non è un uomo razionale, è un antiscientifico. Oppure quella perfidia per cui ti dicono: "Ah, invidio la tua fede"; e lo dicono come se ti fosse apparsa la Madonna o i marziani. La riproposta della relazione tra fede e ragione sono al centro del lungo lavoro culturale e pastorale di Ratzinger.

Ratzinger, nel 2010, a Castel Gandolfo
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Lo furono anche nel famoso discorso di Ratisbona del 2006, per il quale fu non a caso duramente contestato sia nel mondo islamico sia da certo mondo laicista, perché l’invito a un corretto rapporto tra ragione e fede fece arrabbiare tanto gli estremisti religiosi islamici quanto i laicisti occidentali.

Un Papa che parla in nome della ragione? Come osa! L’assalto e le offese al mite e vigoroso pontefice vennero da schieramenti che sembravano opposti. Erano gli anni del jihad mondiale e terroristico e del "Bushismo". Ma il Papa, sulle tracce del predecessore, criticando islamismo e relativismo che annullano ogni relazione tra fede e ragione, aveva svelato il punto debole di entrambi, la vera natura dei due fenomeni che vogliono dominare il mondo Islamico e l’Occidentale: la ricerca del puro potere, usando in modo scorretto (e disumano) il nome di Dio e della Ragione.

Anche in questo breve e intenso documento consegnato come "Testamento spirituale", scritto nel segno della gratitudine a Dio per la vita ricevuta, la fede del padre e la bontà della madre, per i panorami della sua terra, per i tanti allievi e maestri, si concentra, nel finale, sulla relazione tra fede e ragione. In poche righe ricorda che se pur a volte pare che le affermazioni della scienza neghino le verità della fede, ha potuto verificare che si tratta di affermazioni filosofiche e non realmente scientifiche. E che se dunque da un lato la scienza ha un proprio campo specifico e limitato di "competenza" che di fatto non intacca la fede, dall’altra la relazione con le scienze aiuta anche la fede a rimanere, per così dire, nel proprio campo.

Essendo poi la teologia e le Scienze bibliche, la esegesi, il campo di sua specialità, Ratzinger passa in rassegna brevemente le tante faziosità a cui ha assistito. Lo fa in estrema sintesi, senza però omettere nomi e cognomi (il ’ragazzo’ ha amato la precisione fino all’ultimo). E ricorda come certe scuole di scienza biblica che tendevano a negare la ragionevolezza della fede con analisi delle Scritture sulla base di ideologie storiciste o esistenzialiste o marxiste etc., si siano rivelate fallaci e siano tramontate. E abbiano lasciato il campo in cui l’anziano Papa e studioso vede "come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo".

Personalmente, mi sono avvalso dei tre poderosi e meravigliosi tomi sulla figura di Gesù, pubblicati nel 2008 da Ratzinger mentre era Papa, per scrivere un mio romanzo dedicato al Nazareno. Ho trovato di grande persuasione quei saggi, volti a dare il ritratto storico di Gesù entusiasmante per la fede e identificabile dalla ragione. La sfida di Ratzinger è suprema ma non solitaria. Ebbe alleati Papa Wojtyla, e grandi tellogi, e personalità del mondo cattolico come don Giussani o Chiara Lubich, e tanti intelletuali del mondo laico. E l’eredità, come da testamento, andrà coltivata.