Taxi, sciopero nazionale di 48 ore: "No a qualsiasi ipotesi di liberalizzazione"

Le 13 sigle sindacali incrociano le braccia martedì 5 e giovedì 6 luglio: "Le licenze devono essere una nostra prerogativa"

Quarantotto ore di sciopero dei taxi in tutta Italia, in programma domani e mercoledì, riaprono l'annosa vertenza sulla gestione del servizio di trasporto pubblico non di linea. Stavolta la contesa ruota attorno all'articolo 10 del Dl concorrenza, che affida una delega al governo in materia di "adeguamento dell'offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l'uso di applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l'interconnessione dei passeggeri e dei conducenti". Per alcuni significa stare al passo con i tempi. Per le associazioni del settore è l'antipasto della liberalizzazione selvaggia.

Tanto che in un comunicato congiunto le 13 sigle sindacali dei tassisti parlano mobilitazione "spartiacque riguardo al destino dei tassisti". Una riforma del mercato delle auto bianche è stata tentata nel 2006 dall'allora ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, con il governo Prodi bis, così come l'esecutivo guidato dal professor Mario Monti. Ma in entrambi i casi sono stati fatti pochi passi avanti. I circa 40mila tassisti attivi in Italia negli anni si sono mostrati restii ad introdurre innovoazioni nel servizio, impegnati a difesa di un titolo di guida, la licenza, che nelle grandi città può costare quanto un appartamento di medie dimensioni: "Il governo deve togliere dal tavolo qualsiasi ipotesi di liberalizzazione. Siamo pronti al dialogo e a tenere calma la piazza. Uno stralcio appare difficile, l'ideale sarebbe tornare in Parlamento per fare un apposito ddl", spiega all'AGI Loreno Bittarelli, presidente della Cooperativa Radiotaxi 3570 di Roma, una delle realta' associative piu' grandi in Italia.

In queste ore e' in corso un ultimo difficile tentativo di mediazione organizzato dal vice ministro della Mobilita' Teresa Bellanova assieme ai rappresentanti della categoria per tentare di scongiurare lo sciopero. "Le licenze devono restare prerogativa dei tassisti - prosegue Bittarelli - il modello per noi e' l'accordo con Uber che abbianmo raggiunto come It Taxi. La nosta partership prevede che per coloro che chiedono un veicolo su Uber la chiamata viene veicolata ad It taxi che la gestisce con i suoi veicoli. Invece di fare la guerra ad Uber abbiamo preferito trovare la pace per avere molte corse in piu' specie con i turisti. Siamo tutti consapevoli che il futuro non si puo' fermare ma bisogna agire all'interno delle regole". 

Mentre Nicola Di Giacobbe, segretario di Unica Taxi Cgil, sui social ammonisce: "Fuori i mercanti dal servizio pubblico". Mentre un documento redatto dalla sigla sindacale argomenta: "Vogliono sostituire migliaia di piccoli operatori con due o tre soggetti che si spartiscono l'intero mercato, per sfruttare il lavoro e imporre condizioni svantaggiose all'utenza". Domani dalle 10 e' in programma una manifestazione nazionale con concentramento a piazza della Repubblica a Roma, in contemporanea si svolgeranno mobilitazioni anche nelle altre grandi citta'.