Scala, la Prima tra regole e attesa

Sala: "Lo spettacolo dovrà essere un po’ ripensato". Mascherine per i coristi, sopralluogo in palcoscenico

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Il Macbeth del 7 dicembre "sarà uno spettacolo che dovrà essere un po’ ripensato". Parola del sindaco e presidente della Fondazione Scala Giuseppe Sala, che negli ultimi giorni ha avuto "lunghissime discussioni con il sovrintendente" Dominique Meyer proprio per essere costantemente aggiornato sull’evoluzione della situazione. Già, l’evoluzione della situazione. È proprio questo il punto: l’incertezza legata alla curva epidemiologica, in risalita nelle ultime settimane, impone costanti aggiustamenti per salvare uno spettacolo fondamentale per l’immagine del Piermarini e allo stesso tempo salvaguardare chi dovrà metterlo in scena.

Detto altrimenti: si naviga a vista, nel rispetto delle regole imposte dal Comitato tecnico-scientifico e di un protocollo interno che si è rivelato molto efficace nell’individuazione tempestiva di eventuali casi (com’è accaduto qualche giorno fa con il sospetto positivo dell’ensemble ospite Staatskapelle Berlin intercettato proprio grazie ai test per l’ingresso in teatro). Fatte le doverose premesse, veniamo allo stato dell’arte. Al momento, è stata trovata la quadra sul numero di professori d’orchestra che si esibiranno la sera di Sant’Ambrogio alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (all’ultimo red carpet da Capo dello Stato): in buca dovrebbero posizionarsi 76 elementi, quindi in numero sufficiente per eseguire al meglio il capolavoro verdiano. Ovviamente, anche questa cifra potrebbe essere rivista al ribasso nel caso il quadro sanitario, finora confortante a Milano e in Lombardia, dovesse peggiorare nei prossimi giorni. I dubbi più consistenti riguardano i coristi e l’uso della mascherina. Nel primo pomeriggio di ieri, è andato in scena un sopralluogo sul palcoscenico, al quale hanno preso parte il regista Davide Livermore, il medico aziendale Terenzio Cassina e alcuni delegati del corpo artistico: il test è andato bene, visto che tutti hanno verificato che le posizioni che i cantanti dovrebbero assumere in scena consentono di mantenere la distanza di sicurezza prevista dalla norma.

D’altro canto, però, va aggiunto che non sono stati provati i passaggi dello spettacolo più problematici sotto questo aspetto, vale a dire quelli in cui è prevista una presenza più numerosa di artisti e per un periodo prossimo ai 15 minuti. Di conseguenza, è molto probabile che i coristi debbano indossare i dispositivi di protezione individuale per tutta la durata delle prove, con un punto interrogativo sulla Generale. "La voce soprattutto in quel tipo di performance è molto forzata, quindi è più a rischio – ha chiosato Sala –. C’è la difficoltà in questo momento di Meyer e Chailly a pensare a una prima come un’opera complessa".

Nicola Palma