La nuova frontiera dell’oncologia "Cure mirate su focolai neoplastici"

Nei pazienti metastatici si punta a cronicizzare la patologia per garantire lunghi margini di sopravvivenza in salute

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In Italia ogni anno circa 270 persone sono colpite dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti, buona parte degli altri cronicizza. In questo scenario, ancor più dopo l’esperienza della pandemia, il coordinamento tra centri hub&spoke e medicina territoriale assume crescente importanza. Di pari passo torna alla ribalta l’importanza della diagnosi precoce dei tumori attraverso screening strutturati e l’attenzione agli stili di vita che rientrano nel vasto capitolo della prevenzione. Di questi temi hanno parlato Gianni Amunni, direttore generale ISPRO, Regione Toscana, Mattia Altini, presidente SIMM, direttore Sanitario AUSL Romagna, gli oncologi Rossana Berardi (Ancona), Pierfranco Conte (Padova), Franca Fagioli (Torino), Paolo Marchetti (Roma), Carmine Pinto (Reggio Emilia) e altri illustri relatori in un convegno sulla medicina di precisione introdotto da Paolo Guzzonato e da Claudio Zanon di Motore Sanità. Tre le domande chiave. Per quali tipi di tumore il sequenziamento genomico è utile? Da dove cominciare per avere un riscontro predittivo senza sprecare risorse? Quali priorità in oncologia e quale il ruolo della nutrizione? Oltre allo sviluppo delle reti che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, già implementato in molte regioni, occorre oggi uno sforzo per formare la medicina di famiglia per un accesso rapido ai percorsi di diagnosi e cura e alla gestione dei pazienti cronici, spesso gravati da polipatologie.

La formazione dei team multidisciplinari tra oncologi medici, chirurghi oncologi, anestesisti, nutrizionisti, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, informatici, farmacisti, infermieri dovrà essere un punto di forza su cui costruire un nuovo sistema che dia rapido accesso a cure appropriate. La creazione di reti di nutrizione clinica in grado di lavorare a stretto contatto coi team multidisciplinari e la disponibilità sul territorio di terapie nutrizionali immunomodulanti potrebbero portare grandi vantaggi, con miglioramenti nella prosecuzione dei trattamenti radio chemioterapici e una netta diminuzione delle sospensioni per malnutrizione. La partnership con le aziende di settore per affrontare l’innovazione in arrivo che per molte tipologie di tumore significa prepararsi sul fenomeno della cronicizzazione, cioè un numero sempre maggiore di pazienti conviverà per lunghissimi anni con neoplasie allo stadio avanzato o metastatico, che non si riesce più a estirpare, ma che consentiranno ugualmente di vivere a lungo senza problemi. I pazienti andranno coinvolti e resi consapevoli di questo nuovo scenario. Condizione ineludibile sarà la sostenibilità del sistema sanitario di cui tutti devono farsi promotori.