I bimbi di Haiti ad Assisi e Firenze. Un campo scuola lontano dalla violenza

Suor Marcella Catozza gestisce il Vilaj Italyen di Porte au Prince con l’aiuto di Agata Smeralda

Suor Marcella Catozza

Suor Marcella Catozza

In questi mesi alla Kay Pè Giuss siamo stati chiamati a dure prove, ma i nostri bambini le hanno affrontate con il coraggio e la baldanza di chi comunque si sente amato e quindi sa che la violenza vissuta non è l’ultima parola sulla propria vita». Sono parole di speranza quelle di Suor Marcella Catozza, Missionaria Francescana che gestisce il villaggio Vilaj Italyen di Porte au Prince ad Haiti, all’interno del quale si trova la Kay pè Giuss, una casa di accoglienza che ospita circa 140 bambini. L’impegno di Suor Marcella nel portare avanti progetti benefici ha l’incessante sostegno di Agata Smeralda: la religiosa ha fatto visita alla sede dell’associazione nei giorni scorsi, riportando la realtà che hanno visto i suoi occhi. Una realtà difficile ma alla quale non si è disposti a cedere.

«Dal mese di novembre in città sono scoppiati scontri violenti che hanno portato alla chiusura delle scuole, di tutti i mercati, delle pompe di benzina e persino di diverse Ambasciate, il cui personale è rientrato in patria per motivi di sicurezza – spiega suor Marcella -. La nostra casa è stata attaccata per ben tre volte e depredata con violenza di tutto. Uomini armati hanno portato la violenza in un luogo in cui si cerca di costruire la pace giorno dopo giorno e ci hanno lasciato senza cibo, senza acqua, senza frigoriferi, freezer e materassi. Una devastazione davanti alla quale perfino la polizia ha chinato la testa, diventando complice degli assalitori. Ma non abbiamo ceduto alla disperazione, alla fatica, alla paura. I nostri bambini ed i nostri educatori hanno incassato il colpo ed hanno continuato il loro cammino credendo al bene sperimentato in questi anni. Anche la nostra scuola materna è stata costretta a chiudere per qualche giorno e le maestre hanno visitato i bambini a casa perché anche loro fossero aiutati a vivere questo tempo di fatica non con paura, ma con la certezza cheniente stava finendo».

Oggi Haiti versa nella stessa situazione. I giorni in cui tutto è tranquillo si alternano con quelli in cui non si può uscire dalla scuola, perché le bande armate seminano paura e tensione lungo le strade della città. «Sono venuta alcuni giorni in Italia per dar seguito al progetto di studio di alcuni dei nostri bambini – prosegue la religiosa -. Nonostante si trovino tante adesioni poi, di fatto, nessuno se la sente di autorizzarne la partenza. Ma ho la testa dura e continuo a chiedere! Abbiamo invece avuto, tramite l’Ambasciata francese in Haiti, il visto Schengen che ci permetterà di arrivare in Italia a fine giugno con un gruppo di bambini e vivere così l’esperienza del campo scuola vicino ad Assisi, come abbiamo fatto lo scorso anno. Un’esperienza che si è rivelata di una grande ricchezza per tutti noi. Quest’anno saranno coinvolti anche i bambini che lo scorso anno frequentavano la scuola materna e quest’anno hanno iniziato il loro percorso formativo nella scuola primaria».

In programma c’è anche una tappa nella sede di Agata Smeralda a Firenze: «porteremo un pezzo dei Caraibi a casa vostra, per abbattere insieme i muri che la cultura di oggi sta costruendo dovunque; muri che dividono, mettono contro, provocano, isolano, muri che condannano l’uomo ad essere meno uomo, cioè meno capace di relazioni umane e di incontro con il diverso. Ma la nostra storia ci educa invece proprio al contrario: la nostra ricchezza è proprio la diversità, diversità che rende bello il mondo. Ed è questa bellezza che vogliamo scoprire con i nostri bimbi».