Premio Rèpaci, anche stavolta chi fa da sé fa per tre. Sottoscrizione pubblica della giuria, aiuti dalla banca

La proposta: "Niente soldi dal Comune, va presa una parte della tassa di soggiorno"

Il pubblico della premiazione (foto Umicini)

Il pubblico della premiazione (foto Umicini)

Viareggio, 28 maggio 2015 - Premio Rèpaci senza soldi: non è una novità. In passato la compianta presidente Rosanna Bettarini autofinanziò la manifestazione con la cena di premiazione a pagamento. L’attuale presidente Simona Costa si appresta a fare qualcosa di simile. E Chiara Sacchetti di Viva Viareggio Viva segnala il fatto che, come altre volte in passato, il comune non ha messo in bilancio nemmeno un’euro per l’edizione 2015.

SCRIVE Sacchetti: «Nei tagli dovuti alla crisi e al comune dissestato, il premio, importantissimo da un punto di vista culturale (due premi Nobel per la letteratura sono passati da qui, solo negli ultimi anni), rischia di scomparire. Lo scorso anno si è tenuto solo per la tenacia dell’ex-assessore Glauco Dal Pino e la disponibilità dei giurati. Quest’anno il commissario Romeo non ha messo nessuna cifra in bilancio per il Premio Viareggio, e come ha confermato Marcello Ciccuto, membro della giuria, all’incontro con l’eurodeputata Silvia Costa, i giurati si sono autofinanziati per incontrarsi e hanno trovato contributi da privati e Fondazioni bancarie. Ma il Premio letterario, per essere veramente tale, deve essere sostenuto dal comune di Viareggio. Come, se non si può destinare niente alla attività culturali? La tassa di soggiorno, essendo una tassa di scopo, potrebbe essere destinata, magari in percentuale ridotta, anche al premio letterario. E un’altra idea è che il comune si faccia promotore di una una raccolta di opere artistiche, come Rèpaci, faceva ai suo esordi, che potrebbero sostituire l’assegno in denaro per i vincitori. Idee che permetterebbero una salvaguardia, almeno temporanea, della manifestazione, in attesa di tempi migliori per poterla rilanciare».

PERCHE’ nell’ipotesi di bilancio strutturalmente riequilibrato, varata dal commissario Romeo, non c’è un euro per il Rèpaci? Semplice: perché il bilancio è stato fotocopiato sull’accertato e il riscosso del 2014. E nell’anno della dichiarazione del dissesto e della caduta della giunta Betti, per le stesse ragioni per cui i contributi a Pucciniano e Carnevale si fermarono a due dodicesimi, la giunta non poté stanziare nulla per il premio. L’allora assessore Dal Pino ottenne 20 mila euro di contributo dalla Fondazione Cassa di risparmio di Lucca, e quest’anno, pare, rinunciando a elargire piccoli contributi a pioggia, il sostegno dovrebbe arrivare a 30 mila euro. Inoltre la presidente Costa e la giuria stanno per lanciare una raccolta pubblica di sostegni e piccoli finanziamenti per poter tenere il Premio Rèpaci in maniera dignitosa: libero e indipendente dalla politica e dalle case editrici come lo volle il fondatore, l’avvocato Leonida.

INTANTO la giuria ha selezionato le rose da cui il 15 giugno saranno estratte le terne dei finalisti e vincitori del Premio Giuria-Viareggio, che concorreranno all’assegnazione del Rèpaci il 29 agosto. Narrativa: Paola Capriolo, «Mi ricordo», Giunti; Leonardo Colombati, «1960», Mondadori; Wanda Marasco, «Il genio dell’abbandono», Neri Pozza; Marco Missiroli, «Atti osceni in luogo privato», Feltrinelli: Pierluigi Panza, «L’inventore della dimenticanza», Bompiani; Carmen Pellegrino, «Cade la terra», Giunti; Antonio Scurati, «Il tempo migliore della nostra vita», Bompiani; Maurizio Torchio, «Cattivi», Einaudi. Poesia: Lino Angiuli, «Ovvero», Aragno; Franco Buffoni, «Jucci», Mondadori; Maria Grazia Calandrone, «Serie fossile», Crocetti; Umberto Fiori, «Poesie», Mondadori; Luigi Fontanella, «L’adolescenza e la notte», Passigli; Aldo Nove, «Addio Mio Novecento», Einaudi; Giovanni Parrini, «Valichi», Moretti & Vitali; Roberto Rossi Precerutti, «Rimarrà El Greco», Crocetti. Saggistica: Massimo Bucciantini, «Campo dei Fiori», Einaudi; Antonio Costa, «La mela di Cézanne e l’accendino di Hitchcock», Einaudi; Cesare De Seta, «L’Italia nello specchio del Grand Tour», Rizzoli; Elio Gioanola, «Manzoni. La prosa del mondo», Jacabook; Mario Isnenghi, «Convertirsi alla guerra», Donzelli; Andrea Nicolotti, «Sindone», Einaudi; Giuseppe Patota, «La grande bellezza dell’italiano. Dante, Petrarca, Boccaccio», Laterza; Vincenzo Trione, «Effetto città. Arte Cinema Modernità», Bompiani.

INFINE è già stato assegnato all’unanimità il Premio Internazionale Viareggio-Versilia 2015: a Jhumpa Lahiri, scrittrice statunitense di origini bengalesi già vincitrice del Pulitzer e del Pen-Hemingway Award, autrice di «In altre parole» edito da Guanda.