Il ministro Boschi a Stazzema: "Tutta Italia si porta dentro la sua storia"

Il ministro ha voluto celebrare il 25 aprile a Sant'Anna di Stazzema: "Qui, perché sento forte il dovere della memoria" / 25 APRILE, LE CELEBRAZIONI A VIAREGGIO-FOTO

Il ministro Boschi a Sant'Anna di Stazzema (Umicini/Neri)

Il ministro Boschi a Sant'Anna di Stazzema (Umicini/Neri)

Sant'Anna di Stazzema, 25 aprile 2015 - "Il mio 25 aprile è a Sant'Anna di Stazzema, perché sento forte il dovere della memoria, il bisogno di ricordare. Ricordare da dove iniziò il cammino che il Paese e le Istituzioni hanno compiuto a partire da quel giorno di settant'anni fa". Lo scrive su facebook la ministra Maria Elena Boschi, che posta anche una foto. "Ricordare - aggiunge - quanto furono duri e dolorosi i passi fatti per riconquistare ciò che di più caro esiste per ogni individuo così come per un popolo intero: la libertà. La Resistenza e l'antifascismo sono un irrinunciabile patrimonio etico ed 'esistenziale', sono il luogo e il momento in cui la Repubblica e le nostre Istituzioni affondano le loro radici. È nostro dovere non dimenticare oggi questo insegnamento. È nostro dovere non disperdere un patrimonio così grande e prezioso".

«Credo che sia doveroso avere un sentimento di pietas verso i martiri di quella che fu anche una guerra civile. Ma questo non può portare a confondere la verità. Non è arbitrario sbagliato dire che da una parte c'era il bene e dall'altra il male. Da una parte c'erano i partigiani, i soldati, i civili, i religiosi, le ragazze e i ragazzi che, sotto bandiere diverse, scelsero la Resistenza e lottarono per la libertà. Dall'altra c'era chi scelse, con Salò, la Germania hitleriana, l'antisemitismo, la collaborazione nella deportazione, nell'Olocausto, nelle stragi». Il ministro ha poi ricordato il nonno soldato, che dopo l'8 settembre, all'età di 22 anni, «disse no ai nazisti e venne deportato in Germania». «La Resistenza e l'antifascismo - ha poi concluso - sono il patrimonio etico inscindibile. Là affondano le nostre radici».

A portare la sua testimonianza a Stazzema anche un ragazzo, Bernard Dika, 16 anni che è intervenuto raccontando la storia di suuo padre, albanese, arrivato nel 1994 in Italia su un barcone. L'intervento di Bernard ha preceduto quello del ministro alle riforme, Maria Elena Boschi. Anche se tiene a ricordare di aver iniziato come «più giovane coordinatore di un comitato pro Bersani, nel 2012», Bernard, giacca blu e camicia bianca, ha un aspetto che ricorda molto Matteo Renzi da giovane. Bernard vive a Larciano (Pistoia), studia al liceo classico e fa parte del parlamento toscano degli studenti. È arrivato in Italia quando aveva un anno, nel 1998, con la madre Flora e la sorella Arbina, che ha 20 anni. Loro arrivarono in aereo, già con i documenti in regola. Durante il suo intervento, Bernard ha chiesto «che anche nelle scuole si parli di più di 25 aprile e Costituzione».