La famiglia Maldini interessata a rilevare il bagno del "Principino"

Cesare, Paolo e Pier Cesare sono clienti da sempre: l’ex calciatore delle Zebre ha contattato Cima e Ruglioni

Paolo Maldini al mare

Paolo Maldini al mare

Viareggio, 19 settembre 2014 - «A MILLE ce n’è, nel mio cuore di fiabe da narrar...». Alzi la mano chi ha più di 40 anni e non si ricorda le mitiche «fiabe sonore» dei Flli Fabbri. Adesso volano sui tablet e quella di oggi riguarda una vera e propria dinastia, anche se non si tratta del solito «Il principe cerca moglie». Il Principe con la maiuscola, in questa storia, è invece l’oggetto del desidero. E a quanto pare lo vorrebbero comprare i Maldini, habitués estivi del bagno di padre in figlio. CESARE, ex Ct della Nazionale, era già su questa spiaggia quando fallì la Sogea e il curatore fallimentare sequestrò anche le cabine con tutto quello che c’era dentro, compreso il famoso accappatoio dell’allora allenatore degli Azzurri. Un’apoteosi promozionale per tutta la città. Al mare al Principino vengono anche i figli Paolo, ex capitano del Milan e della Nazionale, e Pier Cesare, che da ragazzo ha giocato nelle Zebre. Non c’è che dire, la famiglia Maldini ama Viareggio. Al punto che ora corteggia il Principino per un matrimonio d’affari. NEI GIORNI scorsi Gian Luca Ruglioni, amministratore della Patrimonio Srl che possiede immobile e concessione demaniale del bagno, non s’è sbilanciato: «C’è una famosa famiglia milanese interessata a rilevare tutto, e io li considero dei benefattori visto che ci sono da fare importanti opere strutturali». Ieri, foto alla mano, sè vista la situazione della terrazza sorretta dalle caprette di ferro, e la tettoia è stata recentemente rinforzata da longarine d’acciaio. MA FORSE i Maldini, e nel caso Pier Cesare, mirano più in basso. Più verso mare. A primavera infatti il figlio di Cesare, che appunto viene qua al mare, s’è fatto vivo con Riccardo Cima, amministratore e liquidatore (dipende da come si sveglia al mattino la giunta Betti) per tastare il terreno: interessato a rilevare la gestione dello stabilimento balneare, che il comune non può gestire ex decreto Bersani né direttamente né tramite le sue partecipate, anche se lo fa da anni; o addirittura per comprarne la concessione. TUTTO però è in alto mare, come la liquidazione dell’Sl, il destino dei dipendenti, la gestione che deve passare alla squattrinata Patrimonio Srl, e le convocazioni dell’assemblea dei soci della Congressi Srl che la giunta Betti manda deserte da quando in fretta e furia ha fatto votare agli sventurati consiglieri della maggioranza la sua messa in liquidazione (cioè la revoca della revoca della liquidazione: dipende da dove batte la pendola, come la freccia guasta dell’auto della famosa barzelletta: «Funziona?»; «Ora sì ora no ora sì ora no», in un tentennìo senza fine). CHE POSSIBILITA’ ci sono di chiudere l’affare? La concessione, negli innumerevoli passaggi societari dall’era Marcucci a oggi, anche per dare soldi al comune, era stata valutata 4 milioni. L’immobile, secondo una vecchia stima, 14 milioni. Con la crisi i calcoli sono tutti da rifare. Senza dimenticare che ai tempi di Barsacchi il comune espropriò l’immobile ai conti Micheli, che l’avevano costruito, per farne un grande centro congressi. Ma come tutto quel che finisce in mano ai politici, il bel Principino vittima della maledizione s’è trasformato in uno scalcagnato rospo: cercasi volontarie per un bacetto all’apericena. Beppe Nelli