I revisori bocciano il consuntivo 2013 del Comune: vicino il dissesto

Un’analisi di 55 pagine molto dura. In arrivo altri debiti consistenti / IL COMUNE VERSO LA BANCAROTTA

Il sindaco di Viareggio, Leonardo Betti (Umicini)

Il sindaco di Viareggio, Leonardo Betti (Umicini)

Viareggio, 7 agosto 2014 - POLLICE verso dei revisori: la relazione definitiva al consuntivo 2013 depositata ieri, ben 55 pagine, è in linea con l’anticipazione fornita da “La Nazione”, ma il giudizio finale è molto più pesante. Il comune ormai è più vicino al dissesto che non al deficit strutturale. Ma questa non è una sorpresa per i nostri lettori, a meno che Betti e De Giorgi ora non intendano smentire anche i revisori.

IL COLLEGIO riporta con precisione tutte le cifre del bilancio già pubblicate più volte, quelle che fanno arrivare il disavanzo a 53 milioni di euro, ma precisano che non è stato possibile riconciliare i conti di molte partecipate e il rendiconto dei residui attivi, cosicché nel prossimo futuro arriveranno con ogni probabilità ulteriori debiti fuori bilancio che faranno aumentare il disavanzo complessivo. E su questo futuro macigno viene dato un parere negativo che peserà forse sul voto dei consiglieri comunali. Vediamo subito le conclusioni: “Sotto il profilo contabile, rispetto alle operazioni di gestione per le quali il collegio ha potuto averne conoscenza, anche in relazione al complesso lavoro di ricostruzione svolto dai servizi finanziari, l’attestazione della corrispondenza alle risultanze comprese nel rendiconto è pacifica, mentre permane l’alea di poca chiarezza e incertezza derivante dalle operazioni di confronto di credito/debito rispetto ai bilanci di alcuni degli organismi partecipati, anche in quanto alcuni denunciano perdite pesanti, nonché da molte riserve per partite contabili di rilevante importo. Il collegio in merito fa rilievo negativo”. Questo significa che le critture contabili di Santoro sono precise, ma sono prive di diverse partite dal valore di svariati milioni di euro. I revisori scrivono che la situazione “connota aspetti ampiamente più vicini al dissesto che non allo squilibrio finanziario pluriennale”, servono le procedure del Tuel per gli enti dissestati o deficitari, e invitano a prendere soluzioni per migliorare i conti, a definire le sopravvenienze passive delle partecipate che saranno debiti fuori bilancio per il comune, a riscuotere i rilevanti crediti da anni “parcheggiati” nei bilanci delle partecipate (le quali però, se pagano, vanno in fallimento).

E’ IL DE PROFUNDIS per chi raccontava di poter evitare il dissesto. Non ripercorriamo tutte le cifre riportate dai revisori e già pubblicate più volte. Basti prendere atto che i revisori attestano che i conti giudiziali di Mover e Patrimonio non sono parificati, che Mover ha sbagliato a presentare il modello delle soste riscosse, che anche nel 2013 (Mannino-Betti) la Patrimonio non ha versato al comune tutte le somme riscosse (mancano circa 17 milioni, fatto considerato dalla Corte dei conti “ipotesi di nocumento patrimoniale” al comune). Mancano le fidejussioni comunali per mutui di altri enti, il riconoscimento dei debiti fuori bilancio della transazione Ferragamo-Porto Spa, gli accantonamenti prudenziali per il maxi credito fognario di Gaia. E coi rilievi sulla gestione 2013, per metà in capo all’attuale sindaco, ci fermiamo qua per amor di patria: del resto che si voleva pretendere da Bertoli e Santoro, messi a lavorare di fatto solo a febbraio scorso su questa tragedia finanziaria? Ora la parola passa ai consiglieri di maggioranza: credere, obbedire, combattere e votare, sperando di non dover poi risarcire.