Nasce un nuovo gruppo di carristi. «Basta con tutta questa politica»

I promotori vogliono avere un dialogo diretto con la Fondazione

Gli scissionisti: da sinistra Carlo Lombardi, Roberto Vannucci, Corinne Roger e Gilbert Lebigre

Gli scissionisti: da sinistra Carlo Lombardi, Roberto Vannucci, Corinne Roger e Gilbert Lebigre

Viareggio, 28 settembre 2014 - BASTA con la politica. Ci vogliono idee e proposte per migliorare il Carnevale e ridurre i costi. In primis creare cooperative ed esportare la manifestazione. Sono questi gli obiettivi del Gaic, il neonato Gruppo Artisti Indipendenti del Carnevale di Viareggio, di cui fanno parte (per ora) i carristi di prima categoria Roberto Vannucci, Carlo Lombardi e il duo della Compagnia del Carnevale Gilbert Lebigre e Corinne Roger. Una nuova entità oltre l’Associazione Costruttori presieduta da Fabrizio Galli (che raggruppa gli altri maggiori costruttori, escluso Politi). «Le cose ci venivano comunicate solo a fatto compiuto» racconta Vannucci, che critica la «mentalità limitata dell’Associazione, che funziona solo da sindacato».

«NOI non abbiamo né un presidente né portavoce» prosegue il vincitore delle edizioni 2003 e 2010 riguardo il Gaic, che sembra la nuova anarchia di Burlamacco, un ordine senza potere fondato sull’autonomia e la libertà degli individui, che ricorda il pensiero di Proudhon e l’azione di Bakunin. E che si ritrova in parte nella filosofia dei grillini, dove tutti contano per uno. «Basta con tutta questa politica nel Carnevale— prosegue Vannucci — perché ci vuole una giusta proporzione. Non siamo contro l’Associazione Costruttori, vogliamo solamente trattare personalmente le cose che ci riguardano. L’Ac non può essere solo un sindacato, bisogna bensì portare idee e proposte. Perché non siamo solo dei numeri. Il Carnevale non appartiene solo a un’associazione, ma bensì a tutti i costruttori. Crediamo nelle qualità di ognuno e siamo aperti a tutti, a un dialogo costruttivo anche con l’Ac». La temperatura, in Cittadella, è sempre più alta, visto il dissesto del Comune e la situazione molto precaria della Fondazione. Ma la voglia di fare e la creatività, nella fabbrica del Carnevale, non mancano. «Siamo in grado di esportare il Carnevale e fare lavori su commissione» spiega Lebigre, altro scissionista. «Incrementando le nostre professionalità — prosegue il costruttore francese — possiamo portare lo spettacolo del nostro Carnevale nel mondo (come successo l’anno scorso a Macao, ndr). Una sorta di marchio del Carnevale made in Viareggio. Siamo un linguaggio dell’arte contemporanea e non solo semplici artigiani. Il Carnevale non è teatro né circo, è una forma di arte a sé. Con le sue specificità, che vogliamo migliorare. Vogliamo portare il nostro contributo all’organizzazione della manifestazione. Le cooperative sono senza dubbio un modo di abbattere i costi del personale».

«I PROBLEMI dei carristi di prima categoria sono ben diversi da quelli dei mascheratisti — spiega Lombardi — dato che abbiamo 6/7 dipendenti da mantenere tutto l’anno. Da tempo siamo fuori dall’Ac e ora vogliamo dire la nostra, avere un dialogo diretto con la Fondazione. Abbiamo bisogno della nostra indipendenza e riteniamo necessario interagire direttamente, senza presidenti né mediatori». La scissione sembra destinata a far proseliti. A microfoni spenti, altri carristi hanno manifestato plauso al nuovo gruppo di lavoro, dicendo «che potrebbere essere un altro punto di forza». Dario Pecchia