Ast, niente accordo: sindacati e Thyssen a un passo dalla rottura definitiva

Fallisce nella notte la mediazione del Governo. Il Premier Renzi: "Sono molto preoccupato, ma continueremo a lavorarci". Operai riuniti in fabbrica per discutere sul da farsi, non si escludono manifestazioni improvvise TELEFONATA DI RENZI SCONGIURA LA MOBILITA' / RENZI: "SALVIAMO L'AST" / UNO DEGLI ULTIMI SCIOPERI - FOTO

Ast, Morselli resta a.d.

Ast, Morselli resta a.d.

Terni, 8 ottobre 2014 - La trattativa tra sindacati dei metalmeccanici, management di AST - Acciai Speciali Terni e vertici della multinazionale ThyssenKrupp padrona delle acciaierie di Terni si è bruscamente interrotta nel cuore della notte. La mediazione del Governo gestita sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico è fallita nonostante l'impegno del ministro Federica Guidi e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano del Rio è fallita. Eppure il premier Renzi aveva dato proprio a Del Rio ampia facoltà di raggiungere intese, ma la distanza tra le parti è risultata incolmabile. Thyssen non è disposta a rinunciare al taglio del costo del lavoro che passa anche attraverso i licenziamenti; i sindacati non vogliono che sia toccato nemmeno un posto di lavoro. I tedeschi avevano offerto una riduzione degli esuberi, da 550 a 290, con un potenziamento degli investimenti anche sulla parte commerciale di Ast. L'apertura, però, non è stata giudicata sufficiente. 

In teoria, dunque, si dovrebbe parlare di rottura, in considerazione anche del fatto che nella tarda serata di ieri il Governo aveva dato a sindacati e azienda un vero e proprio ultimatum su una sua proposta di accordo elaborata dall'ultimo intenso mese di incontri. Le parti non hanno accettato il "lodo" Guidi-Del Rio e quindi, sempre in teoria, non c'è più spazio di manovra. Tk-Ast da stamattina potrebbe procedere con il devastante piano industriale "scoperto" lo scorso 17 luglio. In realtà, però, la vera e propria rottura, definitiva sotto ogni punto di vista, mautererà nel momento in cui l'azienda spedirà le lettere di licenziamento e ancor più quando, dopo 75 giorni, tali lettere produrranno effetti cogenti. Sino ad allora qualche flebile speranza potrebbe ancora starci.

In questo quadro, probabilmente, devono essere lette le parole del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che a margine dell'incontro di questa notte al Mise ha detto sì di essere "molto preoccupato", ma anche aggiunto: "abbiamo tre mesi davanti per discutere, cercheremo di riaprire la ragionevolezza della proposta di mediazione, Continuiamo a lavorarci con Delrio e Guidi". Intanto stamattina nella fabbrica di viale Brin i lavoratori si raduneranno in assemblee a ogni inizio turno per esaminare la situazione. La tensione ha ormai superato ogni limite e a seguito dell'esito dell'incontro di questa notte non si possono eslcudere manifestazioni improvvise, anche eclatanti. Molto dipenderà dal comportamento di Ast. Se l'amministratore delegato dell'Acciai Speciali Terni, Lucia Morselli, in conseguenza del mancato accordo dovesse far partire le lettere di licenziamento oggi stesso è possibile possano verificarsi eventi spontanei e non prevedibili di protesta. Insomma, "i fucili" sono spianati, puntati e carichi e se qualcuno anche per sbaglio dovesse tirare il grilletto si darebbe il via a una sorta di ultima battaglia dagli esiti incerti.

Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm ha spiegato così il motivo della rottura sulla proposta di accordo presentata dal Governo: "nel testo proposto dal Governo non sono state accolte le richieste delle organizzazioni sindacali, in particolare sul costo del lavoro e sul numero degli esuberi. Inaccettabile la clausola che prevede già da da ora il licenziamento dell'eventuale residuo esubero dopo i 24 mesi di Cigs. Anche sui volumi ed investimenti si è continuato a far riferimento al piano del 17 luglio che lo stesso Governo aveva ritenuto non condivisibile. Come Uilm e insieme agli altri sindacati abbiamo, quindi, ritenuto insufficiente il testo del Governo" .