Alzheimer, la relazione come elemento terapeutico

il progetto di AIMA Firenze

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La possibilità di “farsi capire” permette al malato di mantenere un legame affettivo vitale con i familiari

La relazione, nella cura di una persona con malattia di Alzheimer o altre forme di demenza, è un aspetto importante e delicato. Il malato è in grado di “sentire”, anche se può non capire bene ciò che gli si dice: a causa della malattia, il vocabolario si riduce, la capacità di memorizzare il contenuto di ciò che gli viene detto si affievolisce. In questo contesto, la relazione ha un vero effetto di cura: se appropriata, può potenziare la terapia farmacologica ma in caso contrario, può addirittura annullarne l’effetto.

I familiari e gli operatori che hanno esperienza in questo campo sanno che nella relazione è importante attivare modalità di comunicazione metaverbale o non verbale, nelle quali la parola è integrata con il tono della voce, il contatto e gli sguardi. «È proprio la possibilità di “farsi capire” che permette al malato di mantenere un legame affettivo “vitale” con i familiari - afferma Manlio Matera, presidente di Aima Firenze - e costituisce, sia in famiglia sia negli ambienti di cura e assistenza, la premessa per qualsiasi intervento terapeutico o riabilitativo».

In linea con questi principi, Aima Firenze propone, in collaborazione con l’agenzia formativa Qualitas Forum, il percorso formativo “Clowning e Alzheimer”. Unico in Italia, il progetto vuole trasmettere ai professionisti che operano nella cura della persona con demenza o non autosufficiente, le competenze necessarie per una “Buona cura” e per la costruzione di un “Buona relazione d’èquipe”. Il Clowning affianca le lezioni d’aula, creando un’occasione per sperimentare una “nuova” relazione, libera da paure e difese, facilitando il cambiamento.

Info: www.aimafirenze.it, www.qualitas.org