Quando il vino è vegano: tra le dieci aziende certificate anche un Chianti Colli Senesi

La Fattoria Casabianca è al momento l'unica produttrice di Chianti certificato vegan. In provincia di Grosseto un'altra cantina a marchio Qualità Vegetariana© Vegan

Vino (Ansa)

Vino (Ansa)

Siena, 25 marzo 2015 - E' prodotto a Siena il primo Chianti vegan certificato: a farlo è la Fattoria Casabianca. "I nostri vini - spiega Alberto Cenni, amministratore dell'azienda -, espressione del territorio grazie all'agricoltura biologica, hanno da oggi, oltre a una certificazione, quella di origine, Docg e Igt, quella vegana", quest'ultima rilasciata dopo un "complesso iter procedurale che ha portato a tracciare ogni passaggio dall'uva fino alla bottiglia dalla Csqa di Vicenza".

Sono dieci al momento i vini certificati vegan dal Gruppo Csqa-Valoritalia. Le aziende vitivinicole italiane contrassegnate con il marchio Qualità Vegetariana© Vegan sono, oltre alla già citata fattoria senese e, sempre in Toscana, il frantoio La Pieve ad Arcille di Campagnatico (Grosseto): l'azienda agrobiologica San Giovanni, la cantina Offida e la società agricola Ciù Ciù, tutte nel Comune di Offida (Ascoli Piceno); la società agricola Pievalta a Maiolati Spontini (Ancona); l'azienda vinicola Costadoro a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno); olearia vinicola Orsogna nel Comune di Orsogna (Chieti); l'azienda di Venturino Giancarlo nel Comune di Vaglio Serra (Asti); e Perlage S.r.l. in provincia di Treviso, a Farra di Soligo.

L'unico Chianti vegano resta dunque al momento quello della Fattoria Casabianca, produttrice di Chianti Colli Senesi. L'azienda conta 654 ettari tra i fiumi Ombrone e Merse. Per ricevere il 'bollino' vegano l'azienda ha "dovuto rivedere alcune fasi della produzione. Per avere la certificazione bisogna fornire la garanzia che il nostro è un vino con la totale assenza di prodotti di origine animale impiegati in tutto il ciclo produttivo - spiega Giacomo Sensi, agronomo di Fattoria Casabianca e vegetariano -. Abbiamo sostituito tutti i prodotti di origine animale ed i loro derivati, sia per la cura dei vigneti sia nelle cantine così come nel packaging finale del prodotto, compresi i materiali per l'imbottigliamento, la colla per le etichette fino al nastro adesivo per i cartoni. Essere vegan - aggiunge - valorizza i vini perché minori input chimici utilizzi in cantina e più viene fuori il territorio".

Nella fase di vinificazione, infatti, si possono utilizzare sostanze di origine animale come le proteine del latte (caseinati) e dell'uovo (ovoalbumina), usate nella chiarificazione dei vini. I vegani quindi devono orientarsi verso vini che contengano solamente sostanze di origine minerale e con adeguate garanzie non solo in fase di vinificazione.

La certificazione vegan, a partire dalla vendemmia 2014, riguarda l'intera linea di vini di Fattoria Casabianca formata da Chianti Colli Senesi Docg, di cui fanno parte una base e due Riserve, e Igt, costituita da due bianchi, un rosato e due rossi, per una produzione di circa 400 mila bottiglie l'anno, tutte rigorosamente cruelty free. La nuova certificazione non influirà sul prezzo delle bottiglie. Battesimo italiano per le nuove etichette dei vini di Fattoria Casabianca con il bollino vegan il Vinitaly di Verona.

"Da inizio anno - ha affermato Michele Crivellaro, direttore marketing di Csqa - sono aumentate le richieste di questa certificazione soprattutto da parte delle aziende che vendono nel canale Ho.Re.Ca.". Anche dal punto di vista analitico sono migliorati gli strumenti di garanzia per questa tipologia di mercato grazie ad un progetto di ricerca iniziato nel 2009 dal Mipaaf e curato dall'Università di Milano e da Unione Italiana Vini, sono stati messi a punto 2 metodi di analisi, specifici per il vino e basati sul sistema Elisa, che possono permettere di individuare residui di derivati di latte e uova.