Brocchi: "Dipingerò un Palio meticoloso. Non metterò segni"

L'artista incaricata di fare il Palio di luglio appartiene ad un'antica famiglia di artigiani

Laura Brocchi (Foto Di Pietro)

Laura Brocchi (Foto Di Pietro)

Siena, 13 gennaio 2017 - «ORA COMINCIA l’avventura». Felice ed emozionata Laura Brocchi. A lei, che appartiene a una delle antiche famiglie artigiane di Siena, il compito di ricordare nel Palio di luglio un’altra eccellenza della città: il Teatro dei Rozzi che compie 200 anni. «Mi piace molto questa dedica che riguarda un’Accademia Cinquecentesca, tessuto di Siena. Farò del mio meglio per raccontarla sulla seta».

Cinque Masgalani, dal 1997 a oggi. Tanti lavori importanti realizzati per le Contrade e per i privati. Ora l’incarico di dipingere il Palio di Provenzano.

«Il Comune me l’ha proposto, non ho cercato questa opportunità. Anche se non nego che si realizza un sogno. Sono veramente contenta».

Un Drappellone fatto da mani artigiane.

«La bottega fu fondata nel 1815, ha dunque celebrato da poco i 200 anni di attività. E’ la più antica rimasta a Siena. Anche gli arredi nel laboratorio sono originali. L’unico arnese elettrico presente è il trapano».

Lavorerà in questo spazio nel Porrione oppure nel vicolo della Fortuna?

«Nel primo eseguo i lavori di metallo, di là quelli di pittura».

Il Palio nascerà dunque nell’altro?

«Non so ancora, potrei anche realizzarlo a casa per un motivo pratico. Bisogna valutare il telaio. Vediamo. Se me lo chiedi per via della scaramanzia, anticipo che non inserirò alcun elemento particolare che richiami la Torre. Non l’avrei mai fatto, neppure per i Masgalani. Tanto i segni ci sono comunque. Si leggono. Vengono spontanei».

E’ conosciuta soprattutto per le sculture, le opere in bronzo. Come la mettiamo con la pittura?

«La mia sarà più artigianale che artistica. Ho realizzato numerose bandiere e fazzoletti. Tecnicamente sono molto sicura. Ho anche fatto il giubbetto e lo zucchino indossati da Andrea Mari nel luglio 2015, nel 2005 realizzai solo quest’ultimo per Gigi Bruschelli mentre il giubbetto lo fece Tommaso Andreini. Insomma, so dipingere la seta ma il Palio sarà un bello stress test».

Ha già un’idea di come sarà?

«Certo. Mi avevano chiesto un bozzetto, l’ho consegnato al Comune. Aspettavo solo l’ufficialità per mettermi a lavoro».

Emozionata e felice, si sente.

«Solo un piccolo rimpianto, che non l’abbiano saputo i miei genitori Daniela, scomparsa nel 2008, e Mario, che ci ha lasciato nel 1984. La dedica sarà per loro».

Qualcuno ha sottolineato che ultimamente sembra che il Drappellone lo dipingano solo artisti della Torre: Rosalba Parrini, Tommaso Andreini e ora Laura Brocchi.

«Se siamo bravi non è colpa nostra! (scherza, ndr) In realtà esiste una bella varietà di artisti».

Finora a vincere però non è mai stato Salicotto.

«Anche perché non correva. Ora sì, staremo a vedere. L’importante per me è che il Palio vada in un museo di Contrada. Un enorme privilegio. E poi la Torre ha già vinto un mio Masgalano, è stata una bellissima sensazione».

Come sarà il suo Drappellone?

«Meticoloso. Ho un modo di lavorare figurativo, le mie linee sono molto vicine al disegno. Niente pittura astratta o metafisica, sarà una cosa molto diretta perché così, a mio avviso, devono essere quelle legate al Palio. Basilare l’impatto quando esce dalla bocca del Casato».