Cani selvatici assaltano un gregge, in vallata è allarme "ibridi"

Cinque animali sbranati, altri quattro feriti. Quelle urla di aiuto

Sono state cinque le pecore uccise, altre quattro quelle ferite

Sono state cinque le pecore uccise, altre quattro quelle ferite

Vernio (Prato), 31 maggio 2016 - "Ho sentito le grida di aiuto provenire dal bosco e ho pensato subito al peggio". È il racconto, ancora carico di tensione, di un passante che intorno alle 13 di ieri è incappato, mentre stava passeggiando, nelle urla disperate di un pastore residente a Montecuccoli, il cui gregge era stato appena assalito da un branco di cani selvatici. Gli esperti del genere li chiamano ‘cani ibridi’. Ad avere la peggio sono state cinque fra capre e pecore, finite sbranate, mentre l’uomo, per fortuna, non ha riportato nessuna grave conseguenza se non un grandissimo spavento.

Altre quattro pecore sono state ferite e portate dai vigili del fuoco dal veterinario più vicino per essere curate. Lo spavento del pastore e le conseguenti grida avevano inizialmente fatto temere il peggio. Così sul posto sono accorsi numerosi soccorritori: dai vigili del fuoco di Prato, al personale della forestale della stazione di Vernio, ai carabinieri di Vernio. Giunte sul luogo però, le forze dell’ordine hanno potuto appurare che l’uomo era rientrato nella propria abitazione sotto shock ma senza ferite.

E’ stato lo stesso pastore a ricostruire l’accaduto e a raccontare di un gruppo di cani selvatici che improvvisamente ha aggredito il gregge. Non sembra corretto parlare né di lupi né di cani randagi, ma appunto di un incrocio fra lupo e cane.

Resta il fatto che vicende del genere purtroppo non sono nuove nel territorio valbisentino e nel Pratese. L’ultimo caso simile - quando però a rischiare era stato un uomo - risale al 30 marzo scorso, quando un 34enne era stato aggredito da cinque cani di grosse dimensioni mentre stava effettuando un’escursione a piedi nei pressi della cava di Figline. Anche in quel caso per fortuna nessuna grave conseguenza se non il grande spavento e qualche escoriazione.

Nicola Picconi