Ha 85 anni e va ancora a lavoro per pagare il mutuo della casa

Emilio, bottegaio storico: ho aperto nel ’56 e ancora non sono stanco

Emilio Lugli

Emilio Lugli

Prato, 12 maggio 2016 - Emilio Lugli ha 85 anni finiti. Da 60 anni ogni mattina si alza alle 6, inforca la sua bicicletta e alle 6,30 puntuale tira su il bandone della sua bottega di pesce fresco aperta in centro storico negli anni Cinaquanta. I capelli sono imbiancati, il marmo di Carrara che riveste il negozio è diventato più scuro, così come il pavimento porta i segni del tempo. Emilio è ancora al suo posto, dietro al bancone, pronto a servire i clienti che ogni giorno entrano, ma che con il passare degli anni, l’avvento dei supermercati e del cibo mordi e fuggi «sono andati via via diminuendo».

La ragione per la quale è ancora a lavoro è semplice: Emilio non può godersi la pensione perchè deve pagare il mutuo della casa. Ancora dieci anni di rate che di fatto lo obbligano a continuare a lavorare. «Devo pagare il mutuo per la casa, la pensione basta solo per le rate della banca. E come si fa a campare...». Le spese sono tante e i soldi alla fine del mese non bastano: «Eravamo in affitto in un appartamento della zona dell’ex Pratilia - dice - Una decina di anni fa ci hanno costretto a comprare la casa, altrimenti avremmo dovuto andarcene e così, se non ci sono entrate extra, adesso siamo un po’ strozzati. Anche l’automobile l’ho venduta, era una spesa anche quella. E poi meglio muoversi in bicicletta».

Sposato con un figlio che abita con lui, Emilio è emozionato quando pensa al traguardo che sta per tagliare: 60 anni di attività il prossimo giugno. «Ho aperto insieme a mia moglie il primo negozio in via Roma. Era il 1956 - dice sorridendo, strizzando gli occhi ancora pungenti - Ero disoccupato e così ci siamo buttati in questa avventura». A giudicare oggi, sessanta anni dopo, è stata una scelta azzeccata. Emilio è un punto di riferimento per il centro. Chiunque lo conosce. Chiunque nella zona di via Santa Trinita, almeno una volta è stato a fare acquisti nel suo negozio.

La bilancia con le lancette non ha lasciato il passo ai numeri elettronici. Il bancone di marmo e il grande frigorifero da una parte. Tutto è rimasto fermo nel tempo. Tranne il pesce «quello arriva fresco ogni mattina - continua - prima c’era la fila fuori dal negozio, adesso le persone sono diminuite e via via che gli anziani della zona vanno scomparendo, anche i miei clienti...». Sorride.

E’ un uomo di altri tempi, abituato alla fatica e al lavoro: «Che ci potrei fare tutto il giorno a casa?». Dal lunedì al sabato, sei giorni su sette, da 60 anni, Emilio è impegnato e per adesso non si fa domande sul futuro. Per lui è normale lavorare, come quando era un ragazzo. Forse è proprio questa la sua forza, non farsi domande sul futuro e non pensare mai di abbassare la saracinesca.