Fatture false e consulenze per Asm. Bettazzi, Gensini e Solenni a processo

Concussione e tentato abuso d’ufficio. Professionista condannato

Maurizio Bettazzi, ex presidente del consiglio comunale della giunta Cenni

Maurizio Bettazzi, ex presidente del consiglio comunale della giunta Cenni

Prato, 21 ottobre 2016 - Tre rinvii a giudizio e una condanna per il giro di fatture false e la consulenza ad Asm. I tre imputati sono Maurizio Bettazzi (difeso dall’avvocato Ugo Fanti), ex presidente del consiglio comunale sotto la giunta Cenni, l’ex direttore della Banca di credito cooperativo Area pratese (ora Chianti Banca) Stefano Solenni e il direttore di Asm Sandro Gensini (difeso dall’avvocato Mauro Cini). La quarta posizione entrata nel processo è quella del commercialista, collega di Bettazzi, Gianni Raponi, difeso dall’avvocato Antonino Denaro, che è stato condannato a quattro mesi in rito abbreviato solo per il tentato abuso d’ufficio. I pm, Antonio Sangermano e Lorenzo Gestri, avevano chiesto una pena a sei mesi.

Bettazzi, Gensini e Solenni sono accusati di concussione per induzione e tentato abuso di ufficio. I fatti risalgono al 2013 quando Bettazzi era presidente del consiglio comunale. L’indagine della Procura scatenò una bufera sollevando una feroce polemica politica tanto che Bettazzi fu costretto a dimettersi dalla carica. Al centro dell’inchiesta, c’è una consulenza che Asm aveva chiesto alla ex banca Area pratese – di cui tra l’altro era cliente – per ottenere un finanziamento. Quale fu – secondo l’accusa – il ruolo di Bettazzi? Quello di intermediario finanziario, ossia il lavoro che l’ex presidente del consiglio comunale svolge normalmente.

Bettazzi è accusato di avere abusato del suo ruolo politico per ottenere una consulenza di intermediazione finanziaria tra Asm e Bcc, nonostante la società che gestisce la raccolta dei rifiuti in città fosse una partecipata del Comune e, quindi, ci fosse un evidente conflitto di interessi nello svolgere quell’incarico. Asm – che a quell’epoca non navigava in buone acque e aveva bisogno di liquidità – ottenne il prestito dall’Area pratese nonostante fosse già cliente della banca e, quindi, non avesse bisogno di un intermediario finanziario. Particolare che è costato al direttore Gensini l’accusa di tentato abuso d’ufficio. Due sono le fatture contestate che Asm non ha mai pagato. Fatture che – sempre secondo l’accusa – sarebbero state presentate dal collega di Bettazzi – Raponi – per non figurare direttamente. Fu la stessa Asm a rendersi conto che Raponi non era un abituale fornitore della società, ossia inserito negli elenchi a cui di solito Asm si rivolge per le prestazioni straordinarie. Nel processo Raponi si è difeso sostenendo di non essere a conoscenza delle finalità ultime di quelle fatture e che dietro ci fosse il tentativo di coprire un reato di pubblica amministrazione. Per il commercialista era una prassi normale emettere fatture per conto di Bettazzi. Il processo comincerà a gennaio.