Alla riscoperta delle radici industriali di Prato con Tuscan Art Industry

Dal 13 al 17 luglio a La Briglia e nell'ex Lucchesi nell'ambito del progetto "Cantiere Toscana Contemporanea"

Il Tappetificio Peyron,

Il Tappetificio Peyron,

Prato, 6 luglio 2015 - Per riscoprire le radici industriali del nostro distretto si svolgerà a Prato dal 13 al 17 luglio l'iniziativa Tai - Tuscan Art Industry -, rassegna-laboratorio di arti visive contemporanee organizzata da Studio Corte 17 di via Genova in collaborazione con il Centro per l'Arte Contemporanea Pecci, il Comune di Prato e la Regione Toscana nell'ambito del progetto regionale "Cantiere Toscana Contemporanea". Suggestiva la sede scelta come cuore della manifestazione, per cui il l Comune ha stanziato un contributo di 5.000 euro: l'ex lanificio Lucchesi di via Carradori, uno dei più grandi e più antichi di Prato.

Qui si svolgeranno itinerari di archeologia industriale, i "Diari urbani", la mostra Apres Coup - Dischiusure - con 8 artisti italiani e stranieri e la proiezione di “Giovanna” di Gillo Pontecorvo, film degli anni '50 praticamente dimenticato, che segnò l'esordio del regista neorealista e venne girato nella fabbrica de La Romita del Soccorso. Tra i partner della manifestazione vi sono l'Ordine degli architetti paesaggisti di Prato, la Fondazione e l'Ordine degli architetti di Firenze, il Museo del Tessuto, il Laboratorio per affresco di Vainella, la Confartigianato Imprese Prato, la Cgil, l'associazione culturale Microcosmo, l'Asvaip , Associazione per lo Studio e la valorizzazione dell'archeologia industriale pratese, Prato Futura, l'archivio Carlo Palli e le imprese Signal e Materiali Sonori.

«Riuso dei nostri edifici industriali dismessi non significa solo farci negozi e appartamenti, ma anche riutilizzo temporaneo per eventi culturali - dicono gli assessori Valerio Barberis all'Urbanistica e Simone Mangani alla Cultura - L'iniziativa parte da una ricerca sull'archeologia industriale di Prato compiuta negli anni '80 dall'Università di Firenze, da cui nacque la pubblicazione "La città abbandonata". Con la maggiore consapevolezza che oggi abbiamo del nostro patrimonio edilizio industriale, di rilevanza europea, vogliamo utilizzare gli immobili sopravvisuti come contesti e contenitori di arte, cinema, didattica e altro ancora, perchè anche da qui è passata la storia non solo della nostra città, ma dell'Europa».