Dialisi, otto anni di stallo e promesse

Lotti, i settanta pazienti ancora in cura nei container: "Ci sentiamo presi in giro"

L'ingresso dell'ospedale Lotti a Pontedera (foto Germogli)

L'ingresso dell'ospedale Lotti a Pontedera (foto Germogli)

Pontedera, 27 maggio 2015 - «Che fine ha fatto il progetto per il nuovo reparto di dialisi al Lotti?». Una domanda che tormenta da anni i settanta pazienti dell’ospedale di Pontedera, “condannati” a curarsi in uno spazio obsoleto prima e in un container poi. «Il piano da 2 milioni di euro per trasformare il sogno dei malati in realtà esiste già da tempo nei cassetti dell’Asl 5 – spiega Maria Cristina Venturi, consigliere dell’Associazione nazionale dialisi e trapianto –. Esiste un progetto di fattibilità, discusso a più riprese e apprezzato anche dai vertici dell’azienda sanitaria, nel quale sono stati studiati costi e collocazione (in Medicina 2, al secondo piano del nosocomio, Ndr). Sembrava cosa fatta. Lo stesso presidente della Regione, Enrico Rossi, confermò esplicitamente la necessità, la possibilità e la volontà di realizzare la nuova struttura».

Correva l’anno 2013: ne è passata di acqua sotto i ponti. Alla promessa del Governatore, e dei vertici sanitari, non sono seguiti i fatti. A poco sembra essere servito anche il tavolo di confronto che i rappresentanti dell’Aned sono riusciti, in tempi più recenti, a costituire «faticosamente e con infinita pazienza» con l’allora direttore dell’Asl Rocco Damone per parlare dei gravi problemi che affliggono la categoria. La speranza che qualcosa di concreto potesse partire si era riaccesa con l’inizio della ristrutturazione del vecchio reparto: un reparto dove si registravano puntualmente perdite d’acqua e dove faceva bella mostra di sé la muffa, con gli immaginabili disagi. I lavori sono partiti a cavallo tra dicembre e gennaio, «la condizione igienico-strutturale del centro “storico”, del resto, era diventata ormai insostenibile».

Come soluzione temporanea – oltre agli spazi attrezzati all’interno di Medicina 2 – è stata messa a disposizione dei settanta pazienti una struttura modulare di 220 metri quadrati che è stata montata nel parcheggio interno del Lotti da una ditta di Milano – dopo un sopralluogo da parte di una delegazione medica e dei pazienti che ha visionato il container in Lombardia –, al costo di quasi 100mila euro. «Abbiamo accettato questa collocazione alternativa in cambio di rassicurazioni sulla realizzazione della nuova emodialisi – continua Venturi, facendosi portavoce di tutti i malati difesi da Aned –. Le istituzioni ci hanno rinnovato la promessa fatta anni fa, ma al momento in Regione non sembra essere stata prevista nessuna gara d’appalto. I soldi ci saranno davvero? Ci sentiamo presi in giro e temiamo che con la ristrutturazione del vecchio centro, i dializzati vengano dirottati definitivamente lì e che della nuova struttura in Medicina 2 non se ne parli assolutamente più. Abbiamo chiesto al neo direttore sanitario Mauro Maccari di incontrarci per far chiarezza sul nostro futuro». Sarà l’occasione anche per parlare di un’altra legittima richiesta da tempo accantonata: quella dell’attivazione di un percorso “prioritario” per i dializzati che devono eseguire esami del sangue e diagnostici regolarmente, e che invece regolarmente si sentono rispondere dagli operatori del Cup che le liste sono bloccate.

Elisa Capobianco