Roffia, sarà demolito in estate il "monumento allo spreco"

San Miniato, si chiuderà il 30 maggio la gara per l'affidamento dei lavori di demolizione

Il rudere

Il rudere

San Miniato, 22 maggio 2017 - L'ultimo spreco di Italia '90 sarà demolito entro l'estate. Si tratta della palzzina di Roffia, mai ianugurata e lasciata in preda ia vandali quando era quasi terminata. Si chiuderà il 30 maggio la gara per l’affidamento dei lavori di demolizione della palazzina del Bacino di Roffia. Il progetto prevede il completo abbattimento della struttura, lo smaltimento delle parti metalliche, del vetro e il recupero della parte in muratura con il recupero degli inerti. “L’avvio dei lavori è previsto per la metà del mese di giugno – spiegano il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini e l’assessore ai lavori pubblici Marzia Fattori -. Ci vorrà circa un mese per completare la demolizione, il primo dei due lotti di interventi che riguardano quest’area. Prima di procedere all’approvazione della demolizione abbiamo contattato la Regione Toscana, il Coni e la Federazione Italiana Canottaggio per sapere se erano interessati a rilevare la struttura, ma ci hanno risposto di no. E così abbiamo proceduto con il progetto di demolizione”. Il secondo lotto prevede lo spostamento a quota di sicurezza delle strutture di ricovero delle imbarcazioni utilizzate dalla società di canottaggio, interessate da allagamenti ogni volta che la cassa viene messa in funzione.

“Potrà partire dopo l’estate il secondo stralcio di lavori, quando l’area della palazzina sarà sgombrata da tutti i materiali – concludono i due amministratori -. Con la demolizione di questo fabbricato si va ad intervenire su una struttura soggetta al deterioramento delle zone portanti e sottoposte a degrado, dove era necessario intervenire e si restituisce”.

Un'opera costata quasi un miliardo delle vecchie lire in buona parte provenienti da fondi legati ai mondiali di Italia ’90. Un lavoro mai finito, con l’ascensore e la caldaia già pronti all’inaugurazione e che rimase bloccato dal fallimento della società barese che si era aggiudicata l’appalto. Siamo nei primi anni successivi a quei Mondiali persi dall’Italia in semifinale: all’inizio ci fu la speranza che quel cantiere stesse solo ritardando un po’, ma poi il calendario si avviò velocemente verso la grande metà del secondo millennio, per arrivare a oggi quando possiamo dire che per più di vent’anni, l’edificio è rimasto lì, come una sorta di palafitta all’asciutto, tra le braccia del completo abbandono e ormai spogliato interamente degli arredi. Un caso che ha infiammato le battaglie elettorali che si sono celebrate nel Comune di San Miniato. Ma a parte un po’ di polemiche, non ci sono stati altri risultati concreti. Anche tra i cittadini di San Miniato e dei Comuni limitrofi la questione è considerata ormai come una delle tante beffe che non hanno portato niente di concreto. E pensare che il bacino remiero si è ritagliato un ruolo importante, per le tantissime gare che vi vengono celebrate durante l’anno, per i giovani che vi praticano canoa o canottaggio, e per i quali sono stati costruite nel tempo, e con i sacrifici delle società sportive, altri spogliatoi e locali d’allenamento conì strutture più piccole, meno ambiziose. Negli ultimi due anni si è discusso a lungo che futuro dare alla struttura: dopo tante polemiche è stato deciso di buttarla giù: era inutile e troppo caro il restauro.