Successo della Pet Therapy al "Lotti": curati 250 piccoli pazienti

Pontedera, l'iniziativa è stta sostenuta da Lçions Club ed ha visto in campo amici a quattro zampe

I volontari

I volontari

Pontedera, 26 giugno 2017 - Gli incontri sono stati di dieci bambini alla volta. In tutto 250 piccoli pazienti coivolti dai giochi con amici speciali che si chiamano Tiffany, Iaia, Koda e Akela e Ciro. Sono amici a quattro zampe, splendidi cani impiegati in progetti di cura che insieme ai loro conduttori, psicologi, educatori, terapisti della riabilitazione si sono susseguiti all’interno del reparto di pediatria dell’ospedale «Lotti» di Pontedera con un unico obiettivo: promuovere il miglioramento della qualità della vita del bambino malato durante la permanenza in ospedale.Tutto ciò è stato possibile grazie al finanziamento del Lions Club di Pontedera e alla partnership con l’associazione Amici Animali. «Si tratta di animali – spiega la dottoressa Francesca Mugnai, esperta di pet therapy e presidente di Antropozoa - che grazie a un percorso di crescita che incrementa le loro doti naturali, dopo essere stati sottoposti a un protocollo sanitario specifico, entrano in contatto con bambini e adulti con bisogni particolari, come quelli che emergono durante un ricovero a breve o lungo termine in ospedale». Gli studi dimostrano che la relazione con l’animale riduce lo stress, l’apatia, stati depressivi, atteggiamenti di inibizione o impulsività ed aggressività; ha effetti positivi sull’area della socializzazione, cognitiva, emotiva e motoria, di comunicazione, di relazione.

«La realizzazione di tali attività – spiega ancora la dottoressa Mugnai - richiede un coinvolgimento della persona malata, che può e deve diventare protagonista del proprio progetto di guarigione. Si tende a favorire il miglioramento dei rapporti interpersonali tra personale medico, infermieristico, i bambini ricoverati e i loro genitori. Il bambino deve poter mantenere i propri normali ritmi anche durante la degenza in ospedale per mezzo di attività, di cura che stimolano un clima di cooperazione e divertimento. L’adattamento dell’ambiente ospedaliero ai bisogni e all’età del bambino permette di aiutarlo a superare ansia, insicurezza, disagio e senso di abbandono». Tutto questo è stato possibile grazie ai confronti tra gli operatori, con il supervisore, con i responsabili del progetto e anche con lo staff medico, valutando costantemente la reale efficacia sullo stato di salute dei bambini. Carl