Pitti Filati: stand affollati, ma la Brexit toglie il sorriso / FOTO

Prima giornata alla Fortezza da Basso con molti compratori. Il settore tiene bene, ma lo scenario internazionale non è dei migliori. E più della perdita di affari inglesi preoccupa l'incertezza dei mercati

Torna l'appuntamento con Pitti Filati (New Press Photo)

Torna l'appuntamento con Pitti Filati (New Press Photo)

Firenze, 29 giugno 2016 -  "Nel settore del tessile abbigliamento, ogni evento nuovo degli ultimi anni ha creato scompiglio nel settore, per cui temiamo anche la Brexit". Il presidente del Centro di Firenze per la Moda, Andrea Cavicchi (che è anche presidente di Confindustria Toscana Nord) non nasconde un po' di preoccupazione per la decisione degli elettori del Regno Unito di uscire dall'Unione Europea. Mentre Pitti Filati (edizione numero 79) apre all'insegna dell'ottimismo, con tanti compratori che affollano gli stand e un clima tutto sommato disteso tra i produttori di filati per maglieria, l'ombra della Brexit aleggia all'interno della Fortezza da Basso di Firenze. 

"Il Regno Unito _ continua Cavicchi _ è un mercato importante per il tessile-abbigliamento in generale e anche per il distretto pratese. Con l'indebbolimento delle sterlina ci saranno difficoltà a esportare e anche la debolezza del sistema bancario europeo (al quale il tessile si appoggia molto) creerà problemi".

Ricordando che l'export del distretto tessile pratese è stato di 162 milioni di euro nel 2015 (+21,5% sul 2014, un dato per nulla trascurabile), Cavicchi, però, trova anche possibili risvolti positivi: "Forse adesso l'Europa si accorgerà che esiste un settore manifatturiero da difendere, visto che proprio il Regno Unito è stato sempre contrario al made in".

Negli stand affollati (per essere il primo giorno l'impatto sembra positivo) non si respira, però, un'eccessiva preoccupazione per la Brexit in sé, ma soprattutto per tutto quello che significa l'incertezza dei mercati per lo scenario internazionale nel suo complesso.

"Il mondo non finisce qui _commenta Alessandro Bastagli, titolare di Lineapiù Italia _ ma certo ripercussioni sui mercati e sulla sterlina ci saranno. Per noi, però, non credo che ci saranno conseguenze gravi".

Insomma, preoccupazione ma certo non "Nel medio termine _dice Ilaria Taddeucci Sassolini del Lanificio dell'Olivo_ credo che per noi cambierà poco. Trovo molto più preoccupante il terrorismo, anche per le sue ricadute sui mercati".

Anche Leandro Gualtieri, patron della Filpucci, ritiene che l'impatto della Brexit non sarà così grave, "mentre la situazione dei mercati mi preoccupa un po'. Abbiamo fatto un primo semestre del 2016 buono, speriamo vada così anche il secondo semestre". Non sembra temere l'effetto Brexit neppure Giancarlo Bennati (Filcompany), almeno per ora: "Ci sarà tempo per l'uscita dalla Ue, dovremo vedere cosa accadrà quando la sterlina si sarà stabilizzata. Per noi e per il distretto pratese non credo che ci saranno grosse ripercussioni".

"Sicuramente _ dice Lapo Cianchi, responsabile della comunicazione di Pitti Immagine _ laBrexirt non è un qualcosa che porterà vantaggi, anche perché nel settore moda-tessile-abbigliamento c'è un forte interscambio  con il Regno Unito". 

Intanto, però, accantonando le preoccupazioni per la Brexit, Pitti Filati continua fino a venerdì 1° luglio presentando le tendenze della maglieria per l'autunno inverno 2017/18, con grande attenzione alla ricerca, all'avanguardia e alla sostenibilità dell'eccellenza internazionale del settore. Con buona pace dei britannici."Questa edizione _dice Cianchi_è partita bene, siamo molto contenti. Peccato solo per la Brexit...".