ANTONIO MANNORI
Pistoia

Dal ciclismo all'altare: Don Roberto racconta quando correva con i campioni

Da Juniores, il sacerdote corse con Tafi e Ballerini. L'aneddoto raccontato durante la Messa in suffragio per lo stesso Ballerini e per l'indimenticato ct Alfredo Martini

Don Razzoli a sinistra in veste di sacerdote, a destra quando correva

Don Razzoli a sinistra in veste di sacerdote, a destra quando correva

Pistoia, 10 febbraio 2017 - Una storia di sport e di fede. Una bella storia di ciclismo. Don Roberto Razzoli, attuale parroco di Valenzatico, località della piana pistoiese tra Quarrata e Bottegone, alla fine della celebrazione della Santa Messa nella chiesa di Casalguidi in suffragio di Franco Ballerini e Alfredo Martini, ha raccontato da ex corridore quella corsa del 1985 in Provincia di Pistoia, e quella fuga, unica volta che lo vide protagonista con compagni di viaggio come Franco Ballerini e Andrea Tafi. Con quelle parole è tornata alla ribalta una storia che in chiave sportiva ricorda il romanzo di Stendhal “Il rosso e il nero” dove il soldato francese lasciò la divisa per l’abito ecclesiastico.

Roberto Razzoli che aveva la maglia color rosso, quella del Gs Bottegone, fece altrettanto scegliendo quella colore nero di parroco. Roberto entrò da juniores nel 1984 quindi dilettante, ma dentro di sé aveva un’altra vocazione e dopo aver trascorso un paio di stagioni (’87 e ’88) come direttore sportivo decise di diventare parroco.

“Ero al primo anno tra i dilettanti – dice don Roberto Razzoli - mentre Franco Ballerini era al terzo quando durante una gara ci ritrovammo assieme in fuga e mi ricordo c’era anche Andrea Tafi in quel ristretto plotoncino. E’ stata l’unica volta, loro erano di un’altra stoffa”

Un bel ricordo, don Roberto.

“Un’esperienza bellissima, lo sport è insegnamento, il ciclismo è palestra di vita, è una splendida scuola di coraggio nell’esercizio della fatica e della volontà. Alfredo Martini e Franco Ballerini lo hanno dimostrato, e ci hanno lasciato un meraviglioso insegnamento”.